AGIC: spesa per il gioco verso una migliore qualità nel 2024
AGIC, Associazione Gioco e Intrattenimento in Concessione, ha una certa rilevanza nel settore del gioco pubblico legale in Italia. Infatti, i suoi rappresentanti coprono il 70% del mercato. E hanno delle richieste per il Governo.
AGIC: nel gioco si spende di più, ma meglio
Le associazioni di categoria sono importanti in qualsiasi settore, soprattutto se rappresentano fette consistenti del mercato. AGIC, Associazione Gioco e Intrattenimento in Concessione, ne è un esempio decisamente consistente. Infatti, essa riunisce i quattro principali concessionari nell’industria del gioco legale in Italia: IGT, Lottomatica, Sisal e Snaitech. Recentemente, AGIC ha pubblicato le sue stime sulla spesa per il gioco, più altre considerazioni sul mercato.
Secondo le stime dell’associazione, nel 2024 gli italiani spenderanno per giochi, scommesse e lotterie circa 22,5 miliardi di euro. Si tratterebbe di un aumento di circa l’8,7% rispetto al 2023, ma non è l’unica buona notizia per il settore. Secondo AGIC, infatti, la spesa si è andata orientando meno verso giochi a rischio dipendenza e più verso quelli più votati all’intrattenimento e all’abilità.
Ricordando che il dato della spesa rappresenta quanto effettivamente perso dai giocatori (essendo il risultato del totale giocato al netto delle vincite), le valutazioni di AGIC si basano su una raccolta che è arrivata a 155 miliardi, ma con un sensibile calo da slot, VLT e AWP (che hanno un payout tra il 63 e il 74%) in favore dei giochi di abilità (payout superiore al 93%).
Operatori: urge il riordino del gioco fisico
Già a metà ottobre scorso, il Ministero dell’Economia e delle Finanze aveva pubblicato, a firma del suo capo Giancarlo Giorgetti, il documento programmatico di bilancio, nel quale erano contenute alcune proposte per il riordino del gioco fisico. La questione, che deve essere normata di concerto con la Conferenza delle Regioni, interessa molto da vicino anche la stessa AGIC.
Del resto, solo considerando gli operatori rappresentati da AGIC, parliamo di una rete da circa 60mila punti vendita sparsi su tutto il territorio nazionale, con almeno 6.600 occupati. Proprio in ragione di questa forte rappresentatività, AGIC ha iniziato il suo pressing sul MEF e sul Ministro Giorgetti, per accelerare l’iter del riordino fisico, ma anche facendo richieste nel merito.
In particolare, gli operatori insistono sulla necessità di avere certezze normative, poiché da tali certezze dipendono notevoli investimenti. Ad esempio, essendoci tra le proposte del MEF anche la certificazione dei punti vendita, AGIC chiede che gli esercizi certificati non siano più soggetti a limiti quali quelli del cosiddetto distanziometro. Il sasso è stato lanciato, ora toccherà al tavolo tra Stato e Regioni decidere.