Bookmaker grandi assenti ai Mondiali di calcio femminili, perché?

I bookmaker che hanno legato il proprio logo al calcio maschile non si contano più, soprattutto in Inghilterra dove hanno superato la soglia del 60% del totale delle sponsorizzazioni. Ma allora perché, se marchi top come Nike, Barclays e Coca Cola hanno investito massicciamente sul calcio femminile, gli operatori del mondo del betting non si sono ancora visti?

I Mondiali di calcio femminili, evento di portata globale

Due giocatrici di calcio in un contrasto con la palla

Bookmaker e mondiali femminili, non è stato amore.

I Mondiali di calcio femminili disputatisi in Francia dal 7 giugno al 7 luglio 2019 sono stati probabilmente l’evento sportivo mediatico dell’estate, forti di una buona copertura televisiva e di un’audience e un seguito come mai si erano visti prima. Alcuni dei brand più importanti del mondo hanno investito in modo sostanzioso sull’evento, come Barclays Bank, Coca Cola e soprattutto Nike, che ha supportato l’evento con la sua campagna Dream Further. La maglia da gara del Team USA è stata la divisa ufficiale più venduta dell’anno per la casa d’abbigliamento sportivo americana.

Visto tutto questo clamore mediatico, più di un attento osservatore non ha potuto fare a meno di notare un grande assente. Stiamo parlando del settore del betting sportivo che, soprattutto nel Regno Unito, ha quasi monopolizzato il mondo del calcio negli ultimi anni con le sue sponsorizzazioni. Si calcola che più del 60% degli introiti pubblicitari nello sport d’Oltremanica provengano da contratti con i bookmaker e 10 squadre di Premier League su 20 hanno come main sponsor società di scommesse. Ma allora perché gli operatori del gioco d’azzardo hanno marcato visita all’evento sportivo dell’estate, che in Gran Bretagna è stato visto da 28 milioni di telespettatori?

Gli operatori hanno sottovalutato la competizione?

Le ipotesi ventilate dagli addetti ai lavori sono state diverse. C’è chi ha parlato di un certo conservatorismo dei bookmaker, che non hanno voluto investire su un evento femminile sapendo che la propria utenza è composta massicciamente da uomini. Alcuni operatori del settore hanno fatto notare come il budget pubblicitario dei bookmaker britannici fosse stato quasi tutto investito nei primi due trimestri dell’anno, complici le finali di Champions ed Europa League giocate da sole squadre inglesi. Ma sono scuse che non convincono completamente, soprattutto vista la possibilità d’investimento che un evento come il Mondiale femminile ha rappresentato.

Un ruolo importante è stato giocato sicuramente dal fatto che nel Regno Unito i Mondiali di calcio sono stati trasmessi in chiaro dalla BBC che, come è noto, a differenza di Sky Sport o BT non trasmette pubblicità. In Italia inoltre si è trattato del primo grande evento sportivo trasmesso dopo l’entrata in vigore dell’ormai noto Decreto Dignità.

Ma c’è dell’altro. Come ammesso anche da alcuni attori del mondo delle scommesse, i bookmaker non hanno saputo cogliere l’occasione, sottovalutando la portata dell’evento, a differenza di brand globali di altri settori economici. Come ammesso anche da Alexis Zamboglou, direttore marketing di Ladbrokes Coral in un’intervista a EGR, si è trattato di una vera e propria occasione mancata del settore gambling, che non ha creduto nella Coppa del Mondo donne, prevedendo ritorni non all’altezza e perdendo la possibilità di dimostrarsi all’altezza della situazione e al passo coi tempi. Il futuro ci dirà se i bookmaker britannici saranno in grado di adeguarsi al trend, soprattutto se il calcio femminile continuerà a godere della popolarità guadagnata quest’estate.

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