Calcio e gaming: in UK stretta sulle sponsorizzazioni di maglia?

Con qualche anno di ritardo rispetto all’Italia, in Inghilterra si infiamma il dibattito sul rapporto tra calcio e gaming. Si va verso una autoregolamentazione, con la Premier League che direbbe addio alle sponsorizzazioni di maglia.

Calcio: in UK stop a sponsor gaming sulle maglie?

Pubblico stadio di calcio, con bandiera UK

UK: addio agli sponsor di gaming nel calcio?

Se in Italia siamo entrati dal 2018 nell’era del Decreto Dignità e del divieto assoluto di sponsorizzazioni nello sport da parte di aziende operanti nel settore del gaming, l’Inghilterra potrebbe adeguarsi a breve, anche se non del tutto. Del resto, parliamo pur sempre della patria del gioco d’azzardo e delle scommesse, in cui il gioco è storicamente accettato come componente della società.

Tuttavia, da tempo si è innalzata l’attenzione verso gli eccessi, anche perché i casi di gioco problematico non mancano certo in tutto il Regno Unito. La nuova segretaria alla cultura Lucy Frazer sta spingendo fortemente verso una più alta sensibilità sul tema. Anzi, la responsabile del DCMS (Department for Digital, Culture, Media & Sports) ha proposto un ente regolatore dedicato per il calcio.

L’attenzione è principalmente verso la sostenibilità dell’industria calcio, con un occhio particolare alle entrate da sponsorizzazioni provenienti dal mondo del gaming. Da quello che si apprende, il governo UK sarebbe orientato ad accettare la proposta, proveniente dalla stessa Premier League, di autoregolamentazione con lo stop alle sponsorizzazioni di maglia. I contributi dell’industria gaming arriverebbero comunque tramite altri canali.

La ricca Premier League guarda ai costi sociali

Non è certo un segreto, anzi da noi è da molto tempo vivo il dibattito sul declino del nostro calcio, che contrasta invece con i ricavi astronomici dai diritti televisivi che ottengono tutte le squadre della Premier League. Nel campionato più ricco del mondo, anche l’ultima in classifica può permettersi acquisti che sono impossibili anche per la squadra campione d’Italia.

Tuttavia, se anche in UK si stanno ponendo un problema di sostenibilità, vuol dire che è il caso di fare qualcosa. In questo senso, l’idea di eliminare le sponsorizzazioni di maglia non sarebbe solo un provvedimento di facciata, perché la diffusione dei brand di scommesse presso utenze protette – come, ad esempio, i minorenni – è di fatto incontrollata al giorno d’oggi.

Mantenere la cartellonistica, ma anche ad esempio la possibilità di sponsorizzare le grafiche dei campionati e persino quelle del VAR, può invece essere una soluzione sostenibile. I brand di gaming continuerebbero a farsi conoscere, ma in maniera meno invasiva e più rispettosa anche delle fette di popolazione che hanno già avuto a che fare con problemi di dipendenza da gioco.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo con i tuoi amici!
Articoli correlati
Articoli più letti
Back to Top