CdS respinge ricorso dei concessionari sulla tassa dei 500 milioni
Una lunga vicenda legale è arrivata a conclusione. Parliamo della “Tassa dei 500 milioni” istituita dalla Legge di Stabilità del 2015, confermato prima dal Tar del Lazio nel 2019 e adesso dal Consiglio di Stato.
Consiglio di Stato: ok al prelievo da 500 milioni

CdS: i concessionari dovranno pagare 500 milioni
Quella che si è conclusa qualche settimana fa, è una vicenda legale che affonda le radici addirittura a 10 anni fa. Nella Legge di Stabilità 2015, infatti, veniva istituita quella passata alla storia come “Tassa dei 500 milioni”, imposta ai concessionari di apparecchi da intrattenimento. La decisione aveva messo sul piede di guerra aziende, consorzi e associazioni di categoria, facenti parte del settore.
Ne erano scaturiti una serie di ricorsi al Tar del Lazio, come sempre competente anche per questioni nazionali che riguardano azienda statali o da esso partecipate. Nel 2019, il Tribunale Amministrativo Regionale aveva confermato la legittimità di quella nuova imposta, ma i ricorrenti non si erano dati per vinti, rivolgendosi così all’ultimo step possibile: il Consiglio di Stato.
Giorni fa fa è arrivato il pronunciamento del CdS che ha di fatto, su tutta la linea, confermato la decisione del Tar, sulla legittimità costituzionale di quella tassa contenuta nella Legge di Stabilità 2015. Nel dispositivo, si enunciano tutte le motivazioni che hanno portato a questo pronunciamento, che dunque condanna i concessionari a pagare questo famigerato prelievo da 500 milioni.
Le ragioni del Consiglio di Stato
Dalla lettura della sentenza pubblicata il 18 aprile scorso si evincono tutti gli elementi che hanno portato al respingimento del ricorso, ma traspare anche il lungo lavoro di ricerca che si è reso necessario. Ad esempio, il CdS ha disposto la formazione di un collegio tecnico composto da esperti nei settori pertinenti, per venire a capo della controversia in esame.
Gli esperti non hanno rilevato alcuna possibile discriminazione nei confronti di operatori esteri, ivi comprese anche le società italiane controllate da altre società aventi sede in altri stati membri. Un altro aspetto fondamentale è stato quello dell’impatto del prelievo contestato sulla redditività del sistema. Il collegio tecnico ha analizzato i bilanci relativi al 2014 e 2015, pervenendo a una decisione unanime.
In base a quanto emerso, il prelievo di 500 milioni introdotto dalla Legge di Stabilità avrebbe un’incidenza pari allo 0,2% del valore della produzione, sia nel 2014 che nel 2015. Dunque, non ostacola una gestione redditizia del comparto degli apparecchi da intrattenimento. Un comparto che, ricordiamolo, comprende Slot, VLT e AWP e che rappresenta una voce sempre molto importante nella raccolta del gioco pubblico legale in Italia.