Decreto Dignità e Gioco: le reazioni allo stop delle pubblicità

Fa ancora molto discutere il cosiddetto “Decreto Dignità”, il provvedimento del neonato Governo Conte che tocca da vicino anche il settore del betting. Tra le misure previste dal decreto anche il bando delle pubblicità su scommesse e giochi d’azzardo. Una misura che ha trovato molti pareri contrari tra i principali protagonisti del settore e non solo.

Stop alla pubblicità: cosa dice il Decreto

Il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio con carte da gioco e dadi

Il Decreto Dignità voluto dal Ministro Di Maio prevede lo stop alla pubblicità sui giochi e le scommesse. ©shutterstock.com

Nel Decreto Dignità è previsto lo stop totale alla promozione e propaganda del gioco d’azzardo: dal giugno 2019 tale divieto sarà valido anche per sponsorizzazioni e altre forme di comunicazione come “citazioni visive, acustiche e sovraimpressione del nome di marchi e simboli”.

Per chi non rispetterà tali norme sono previste sanzioni minime di 50.000 euro o comunque pari al 5% dell’importo della pubblicità o sponsorizzazione. Sanzioni ancora più ingenti, oscillanti da 100.000 a 500.000 euro, sono previste nel caso in cui le violazioni vengano commesse durante spettacoli dedicati ai minori. Gli incassi delle sanzioni saranno destinati a un fondo dedicato al contrasto del gioco d’azzardo patologico.

Le reazioni degli operatori

Un provvedimento simile non poteva che attirare numerose critiche da parte degli operatori del betting in Italia. L’eventuale stop agli spot su scommesse e giochi d’azzardo danneggerebbe non poco le società del settore che hanno deciso di investire nella pubblicità.

È di questo avviso Niklas Lindahls, responsabile di LeoVegas per il mercato italiano:

Eliminando le pubblicità sul gioco si danneggiano gli operatori legali che hanno investito in Italia. Non sono gli operatori online legali che distruggono le famiglie, anzi: è più dannoso il gioco sulla rete fisica. Come operatori online abbiamo comprato una licenza e siamo sottoposti a regole severe oltre ad avere un forte senso di responsabilità verso il giocatore. È chiaro che l’abuso può creare danni, ma ciò non è colpa degli operatori online. Come LeoVegas abbiamo inoltre un algoritmo che ci permette di capire se il giocatore scommette in modo compulsivo e fermarlo immediatamente. Niklas Lindahls, Managing Director Italy, LeoVegas

Sulla questione è intervenuto anche l’avvocato Paolo Leone, docente di legislazione sul gioco d’azzardo, che sottolinea come tale intervento potrebbe creare diversi contenziosi a causa dei numerosi contratti pubblicitari che verrebbero interrotti. Leone auspica una riduzione graduale delle pubblicità in modo da consentire agli operatori di adeguarsi alle nuove norme.

Sul piede di guerra anche diversi club di Serie A, che hanno in essere sponsorizzazioni con agenzie di scommesse. L’attuazione del Decreto voluto da Luigi Di Maio porterebbe i club a perdere ingenti introiti derivanti dai contratti di sponsorizzazione.

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