Decreto Salva-Calcio: ipotesi prelievo sui ricavi delle scommesse
La cronica difficoltà di sostentarsi da parte del sistema-calcio ha indotto il Ministro dello sport Abodi a proporre un prelievo extra del 5% sui ricavi lordi delle società di scommesse. Ma i rischi sono alti.
Proposta di un nuovo prelievo: il settore trema
Come fare per aiutare le società di calcio a trovare i soldi per ristrutturare i propri stadi? L’idea del Ministro Abodi, titolare del dicastero dello sport, è quella proposta per la prossima Legge di Bilancio: un prelievo dello 0,5% sui ricavi lordi delle società di scommesse. In tal modo, secondo Abodi, si creerebbe una tassa di scopo per aiutare le società e finanziare interventi infrastrutturali negli impianti.
La proposta è stata subito respinta al mittente dalla totalità degli operatori di gioco e dalle loro associazioni, anche perché il settore sta attraversando un momento molto delicato, in cui alle aziende dell’industria del gioco pubblico legale italiano vengono già chiesti investimenti molto alti. Con il riordino del gioco online, infatti, è stato innalzato di 28 volte il costo per le nuove concessioni.
Dunque, aziende che già dovranno tirare fuori 7 milioni di euro per concessione dovrebbero accettare di doversi accollare questo nuovo prelievo che, nelle mire del Ministro, punta a raccogliere circa 30 milioni. Il rischio è che si possa compromettere il delicato momento del bando per le nuove concessioni, da cui, per circa 50 concessioni, lo Stato avrebbe previsto di incassare circa 350 milioni.
Gli scenari alternativi e il divieto di pubblicità
L’ipotesi è stata subito sonoramente bocciata e definita ingiustificabile dall’associazione LOGiCO che riunisce alcuni tra i principali attori dell’industria italiana del gaming. Le ragioni dell’opposizione sono ampiamente comprensibili, soprattutto considerando che dopo il decreto sul riordino del gioco online la stima dei 50 operatori che acquisteranno una nuova licenza è appunto una semplice stima. Alcuni protagonisti del mercato stanno infatti riflettendo sul da farsi.
Un nuovo balzello potrebbe essere un pesante deterrente e, nel caso anche che 4 o 5 potenziali operatori rinuncino, verrebbe meno la cifra che questa ipotesi di prelievo vorrebbe raccogliere. Servono dunque ben altre misure per provare a dare respiro alle società sportive. E una di queste riguarda paradossalmente il mondo delle scommesse: l’abolizione del divieto di pubblicità sul gioco.
Si tratta di un argomento sempre delicato, perché la sensibilità sui temi del gioco responsabile e della lotta alle dipendenze da gioco problematico è ormai molto alta. Qualcosa, però, è praticamente certo che verrà fatta. Il settore delle scommesse è pronto a contribuire, ma a fronte della possibilità di effettuare nuovi investimenti. Nuove tasse, invece, non portano ricchezza, e anzi rischiano di trasformarsi in un assist al gioco illegale.