Focus UPB: il mercato dei giochi vale 102 miliardi nel 2017
Sono dati incoraggianti quelli che emergono dal focus “La fiscalità nel settore dei giochi” realizzato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB). Il documento attesta che, dal 2000 al 2016, la raccolta in termini complessivi dei giochi è passata da 20 a 96 miliardi di euro. Un dato praticamente quintuplicato in 16 anni, mentre le stime di UPB per il 2017 prevedono un ulteriore incremento fino a 102 miliardi.
Report UPB: i dati del 2016
Nel 2016 le vincite si sono attestate sui 77 miliardi di euro, circa l’80% delle entrate totali. Il restante 20%, ovvero la spesa effettiva dei giocatori tenendo conto della differenza tra raccolta e vincite, si attesta a circa 19 miliardi di euro. Questa somma è stata ripartita fra entrate erariali (circa 10 miliardi) e fatturato del settore (oltre 9 miliardi e l’8,5% della raccolta totale).
I dati raccolti nel report di UPB mettono in evidenza come sia l’Abruzzo la regione con la raccolta pro-capite più alta con ben 1.767 euro. A seguire Lombardia ed Emilia Romagna, con 1.748 e 1.668 euro rispettivamente. Sono invece più basse le medie del Sud Italia, con una media che si attesta sui 1.291 euro, ben più bassa della media complessiva italiana di 1.475 euro.
La classifica si capovolge se si mette in relazione la raccolta pro-capite ed il reddito disponibile. In questo caso, le regioni del Mezzogiorno mostrano una maggiore propensione all’azzardo con una media dell’8,3%, ben superiore alla media nazionale (7,2%) e del Nord (6,5%). Le regioni in cui questo dato è maggiore sono Campania e Abruzzo, con percentuali del 10,2% e 9,7% rispettivamente.
L’industria dei giochi è una delle prime a livello nazionale
La relazione dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio mette in risalto come le imprese che operano nel settore dei giochi in Italia siano circa 6.600 con oltre 100.000 occupati. Il 20% di questi fanno capo alla filiera diretta, mentre il restante 80% fa capo alla filiera indiretta costituita dai vari punti vendita nel Paese.
Il giro d’affari è sensibilmente aumentato dal 2011 al 2016, portando anche i principali operatori del settore a maggiori investimenti in pubblicità. L’industria del gioco, secondo il focus “La fiscalità nel settore dei giochi” è dunque una delle prime a livello nazionale.
Il gettito del settore dei giochi nel 2016, il dato più recente a disposizione, ha sfiorato i 10 miliardi di euro, una cifra che corrisponde allo 0,6% del PIL e ad oltre il 2% delle entrate tributarie nazionale. Il gettito complessivo è aumentato in maniera sensibile dal 2006 al 2010 (da 6,6 a 8,8 miliardi di euro), attestandosi poi sugli 8 miliardi a partire dal 2011. – Ufficio Parlamentare di Bilancio , relazione 2018
Il picco del 2016 è dovuto, secondo UPB, alla ripresa della raccolta e alla revisione delle aliquote di tassazione verso l’alto.
L’Italia mostra inoltre un livello di tassazione nettamente più alto rispetto ai principali Paesi europei, con un gettito più che doppio rispetto a Regno Unito e Francia e ben quattro volte superiore rispetto a Spagna e Germania.
A garantire la stabilità del gettito erariale sono in maggior parte i giochi tradizionali (lotto, lotterie) ma, secondo il focus, anche il segmento delle scommesse può garantire maggiori incrementi grazie ad nuova struttura delle tassazione.