Francia, da quest’anno aumenta la tassazione sulle scommesse
Il governo francese approva nella Legge di Bilancio 2020 un emendamento che non farà piacere ai bookmaker operanti nell’Esagono. Da gennaio, infatti, la tassazione per gli operatori del settore sarà calcolata a partire dai ricavi lordi dei bookies, e non più dal turnover ricavi/guadagni. Ecco come cambieranno le cose per gli allibratori online.
La decisione dell’esecutivo francese
Proprio alla fine del 2019 è arrivato, per bookmaker e operatori del settore scommesse in Francia, un regalo di Natale di cui avrebbero fatto volentieri a meno. Il Senato transalpino, infatti, ha approvato la Legge di Bilancio per il nuovo anno, in cui, tra le varie voci, è presente un emendamento relativo al calcolo dell’imponibile fiscale per i siti scommesse e le agenzie fisiche. La cosiddetta “gambling tax” sarà da gennaio calcolata sui ricavi lordi degli operatori, e non più come in passato sul turnover tra ricavi e guadagni.
La conseguenza diretta di questo cambio nella modalità di tassazione sarà che si impenneranno le aliquote fiscali per gli operatori. Per fare un esempio, le scommesse sull’ippica, molto gettonate nel Paese di Marion Cotillard e Paul Pogba, vedranno salire l’imponibile fino al 19.9%, mentre per le scommesse sportive in agenzia addirittura al 33.8% e per il poker online al 4.1%. Un ulteriore 10.7% sarà inoltre applicato alle scommesse sportive online, che verrà destinato al Centro Nazionale per lo Sviluppo dello Sport.
In totale, quando tutte le tasse verranno sommate tra loro, i bookmaker si troveranno a dover versare all’erario il 37.7% per le giocate ippiche, il 40.8% per il poker online, il 55.2% per le scommesse sportive online e il 44.5% per quelle in agenzia. Un vero salasso, che l’esecutivo ha motivato nella volontà di permettere tanto agli operatori quanto allo stato di “condividere la fortuna”, in quanto la tassazione si adeguerà in automatico in base alle fluttuazioni nelle vincite degli scommettitori.
La situazione in precedenza
Prima della proposta presentata nella Legge di Bilancio 2020, la tassazione per i bookmaker era basata sulla quantità di denaro investita dagli scomettitori. Si aveva così un 13.2% per le scommesse ippiche online e un 9.3% per le altre giocate sportive (sempre online). L’ARJEL, ente regolatore del gioco in Francia, equivalente alla nostra AAMS/ADM, ha comunicato in una nota ufficiale che “numerosi studi avevano mostrato, in questi anni, come l’effetto dell’imposizione fiscale sulle puntate degli utenti e non sui ricavi degli operatori fosse nefasto, perché troppo oneroso per gli scommettitori e nocivo a uno sviluppo equilibrato del mercato”.
Si trattava perciò di un metodo di tassazione ingiusto, sottolineano anche diversi senatori, perché il grosso dei soldi investiti dagli utenti sotto forma di scommesse veniva restituito (come vincita) ai giocatori, e di conseguenza gli operatori erano tassati su somme che in effetti non ricevevano.
Le previsioni dei legislatori su questa nuova forma di tassazione sono molto positive: si prevede che nel 2020 essa generi entrate nelle casse statali per almeno 586 milioni di euro provenienti dalle scommesse sportive, 440 milioni da quelle ippiche, 66 milioni dal poker e 787 milioni dalle tasse sui casinò, cui vanno aggiunti i 2.48 miliardi di euro derivanti dalla tassazione su “La Française des Jeux”, la lotteria statale privatizzata a inizio dicembre.