Gara gioco online: il Consiglio di Stato dà l’ok, con modifiche

Dopo mesi di attesa, il Consiglio di Stato si è espresso sulla gara del gioco online. L’alta istituzione ha dato di fatto il via libera, con alcune osservazioni che andranno recepite dai tecnici del MEF.

Il parere del Consiglio di Stato sulla gara online

Logo del Consiglio di Stato, tastiera ed elementi di betting e gioco

Pubblicato il parere del Consiglio di Stato

Dalla scorsa primavera, quando il decreto che stabiliva il riordino del gioco online era stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, di fatto il settore si era messo in attesa di uno step fondamentale per procedere all’indizione del bando di gara per assegnare le nuove concessioni: il parere del Consiglio di Stato. Esso è arrivato a fine novembre, accompagnato da alcuni rilievi da parte dell’alta istituzione giuridica.

La corposa documentazione inviata a suo tempo dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) al CdS ha richiesto dunque mesi, da parte dei magistrati di Palazzo Spada, che infine hanno espresso alcuni rilievi che comunque non inficiano il buon esito della vicenda. Di fatto, sistemate alcune questioni che i tecnici del ministero presieduto da Giancarlo Giorgetti staranno recependo proprio in questi giorni, si potrà procedere.

Uno dei punti più controversi riguardava la piattaforma tematica di negoziazione e i casi di suo mancato o cattivo funzionamento. In tal caso, i giudici del CdS consigliano di seguire il principio del favor partecipationis. Le questioni tecniche sui termini di presentazione della domanda sono state oggetto di osservazioni come accaduto, del resto, anche per la gara del Lotto.

Le altre osservazioni e le possibili date del bando

Il documento redatto, di 26 pagine e consultabile sul sito del Consiglio di Stato affronta diversi altri aspetti propedeutici all’indizione del bando di gara. Tra i più delicati ci sono sicuramente quelli sulle responsabilità legali e sul bilanciamento dei poteri, in cui il CdS concentra buona parte dei suoi rilievi, fatte salve alcune imprecisioni tecniche esistenti nel documento del MEF.

Un aspetto cruciale è quello relativo alla cosiddetta clausola di manleva, con la quale gli operatori che si candidano alla concessione sollevano dalle responsabilità ADM, Consip S.p.A. e il gestore della piattaforma e si fanno carico di qualunque pregiudizio, danno o costo una volta che la domanda è stata correttamente presentata. Secondo il CdS, la clausola è da modificare perché poco chiara a svantaggio dell’operatore.

C’è poi la questione del potere di sospensione delle concessioni, assegnata all’insindacabile giudizio di ADM che può procedere previo preavviso di 60 giorni. Per i giudici di Palazzo Spada, questa assenza di qualsiasi motivo legittimante rende la clausola non condivisibile perché del tutto arbitraria. Infine le tempistiche: una volta che i tecnici del MEF avranno apportato i dovuti correttivi la gara partirà, presumibilmente entro la fine dell’anno.

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