Gara gioco online: sarà il 7 maggio l’udienza dei ricorsi al TAR
L’attesa udienza del 29 gennaio presso il TAR del Lazio sui ricorsi contro la gara sul gioco online ha avuto come esito un’altra data da attendere. Il 7 maggio l’udienza decisiva per l’esito dei ricorsi.
TAR e gara gioco online: si decide il 7 maggio

TAR Lazio: il 7 maggio i ricorsi contro la gara
Si sapeva che l’iter verso il riordino del gioco online sarebbe stato difficile, ma gli ultimi sviluppi rischiano di complicare ulteriormente gli scenari possibili. Riavvolgiamo il nastro, per far comprendere a tutti cosa sta succedendo: la gara che assegnerà le nuove concessioni per il gioco online ha come data ultima per la presentazione delle offerte il 31 maggio.
Nel frattempo, due ricorsi erano stati inoltrati presso il TAR del Lazio, ovvero il Tribunale Amministrativo Regionale competente per certe materie di rilevanza nazionale. I ricorsi erano stati presentati da 14 concessionari aderenti al CIGO (Concessionari Italiani Gioco Online) e dal gruppo Hit Nova Gorica. Lo scopo dei ricorrenti è la sospensione della gara, i cui parametri sono ritenuti iniqui e discriminatori.
Il 29 gennaio scorso, il TAR del Lazio si è riunito per esaminare questi ricorsi e si poteva immaginare che la decisione finale sarebbe stata rinviata a una ulteriore udienza. Il problema è che la nuova data fissata dal tribunale è il 7 maggio, ovvero appena 24 giorni prima della scadenza della stessa gara. Una vicinanza, questa, che potrebbe innescare ulteriori difficoltà.
Gaming, ricorsi e proroghe: i possibili scenari
Cosa può succedere adesso? Si sapeva che la mossa dell’Agenzia Dogane e Monopoli (voluta dal Governo Meloni) di aumentare di 28 volte il costo per ogni nuova concessione avrebbe creato polemiche e malcontenti, e così è stato. In particolare, sono gli operatori piccoli e medi ad essere sul piede di guerra e tra di loro c’è chi sta provando a far saltare il tavolo.
Ma in ballo c’è anche dell’altro, perché è lecito pensare che i grossi gruppi dell’industria del gioco pubblico stiano spingendo per un allentamento o per una cancellazione del divieto di pubblicità al gioco d’azzardo. A fine anno è stato infine rinviato il paventato stop al divieto, per cui la partita è ancora aperta. Da questo possibile ritorno – anche parziale – della pubblicità dipende molto, se non tutto.
Sullo sfondo ci sono tanti, tantissimi soldi, a partire dai 300 milioni di euro che ADM e Governo intendono incassare subito dai costi una tantum per le nuove concessioni, che valgono 7 milioni ciascuna. Nel caso in cui il TAR sospenda la gara, si renderà necessario una nuova proroga tecnica, oltre a quelle già decretate con la manovra di fine anno. E qualche nuovo investitore potrebbe scoraggiarsi.