Giochi e scommesse, è boom continuo negli USA: 2023 da record?
Per l’undicesimo trimestre consecutivo, il mercato del gioco legale fa segnare una forte crescita negli Stati Uniti d’America. Sia il comparto online che i casinò terrestri volano: vediamo le cifre e cerchiamo le possibili spiegazioni.
USA: boom e ricavi record nel gioco d’azzardo
I dati pubblicati dall’AGA – American Gaming Association – lo dicono in maniera che più chiara non si potrebbe: gli USA stanno vivendo un vero e proprio boom del gioco d’azzardo, un po’ in tutte le sue diramazioni. Nello specifico, il terzo trimestre del 2023 è stato l’undicesimo trimestre consecutivo di crescita nei ricavi, per il movimento statunitense. Si tratta inoltre del miglior terzo trimestre di sempre.Nel periodo in oggetto (luglio, agosto e settembre 2023) i ricavi si assestano sui 16,17 miliardi di dollari, corrispondenti a circa 15 miliardi di euro al cambio attuale. Si tratta di un aumento del 6,1% su base annua. Ma è in generale dal post-Covid, che i ricavi del settore fanno segnare una crescita continua nei principali settori verticali, ovvero i casinò terrestri e il gaming online.
Su 33 giurisdizioni di gioco operative in tutto il territorio federale, ben 17 hanno fatto registrare un aumento dei ricavi rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente. Cinque di esse hanno fatto segnare nuove performance da record, e tra queste non sorprende vedere Nevada e New Jersey, da sempre i due mercati di gioco commerciale più grandi negli Stati Uniti.
Perché il gaming vola in USA oggi
Le ragioni di questo boom sono tante e non basterebbero poche pagine per spiegarle. Tecnicamente, ciò è avvenuto con il superamento dell’UIGEA, legge promulgata nel 2006 che di fatto vietava il gioco online su tutto il territorio USA. Tra i principali promotori di quella legge c’era il magnate Sheldon Adelson, CEO di Las Vegas Sands e grande oppositore del gioco online.
Per un periodo anche abbastanza lungo, infatti, la lobby dei casinò terrestri ha avversato il gioco a distanza e questo ostracismo è andato avanti per molti anni, coinvolgendo anche gli sport professionistici USA. Con il Covid tutto è però cambiato e la linea dura di Adelson aveva perso forza già da prima della sua morte, giunta nel gennaio 2021 a 87 anni.
I mercati nazionali hanno iniziato a fare numeri interessanti, con conseguenti corpose tasse versate all’erario. Quest’ultimo argomento ha convinto altri stati a seguire la strada tracciata da Nevada e New Jersey, fino al boom odierno. Anche gli sport hanno ormai allentato il divieto: non è un caso che da qualche anno Las Vegas abbia una sua franchigia NHL, e forse presto anche una nella NBA.