Giochi, Francia: il governo pensa a modificare legge e tassazione
In Francia il settore del gioco d’azzardo è stato nuovamente scosso dalla notizia che il governo starebbe pensando a radicali interventi sulla legge che disciplina il gioco d’azzardo. Un’altra notizia “bomba” dopo quella che voleva prossima la privatizzazione della Française des Jeux (o quantomeno l’apertura al capitale).
La probabilità più concreta è che la privatizzazione della FDJ venga accompagnata da un aggiornamento dell’arsenale legislativo dell’industria del gioco d’azzardo. Prende forma dunque l’ipotesi di una nuova riforma legislativa del settore dopo neanche otto anni dalla promulgazione della legge sui giochi online che, tra l’altro, si apriva alle scommesse sportive, alle scommesse ippiche e al poker su internet.
Il rinnovo di legge – Gérald Darmanin, il ministro francese dei conti pubblici, si è espresso a riguardo durante un recente dibattito sulla relazione del comitato di valutazione e controllo (CEC) dell’Assemblea Nazionale sulla regolamentazione del gioco d’azzardo. Il dibattito parlamentare, ha aggiunto, si occuperà di diverse proposte e mira a rinnovare la legge sui giochi online, dato che 8 anni sono parecchio lontani ora che le tecniche sono avanzate e che gli occhi dell’Europa sono puntati sulla coerenza politica sui giochi. Gérald Darmanin, che vuole coinvolgere anche la società civile e i professionisti nella riflessione, ha effettivamente dimostrato il proprio sostegno a tale iniziativa, sperando di raggiungere questo traguardo nei prossimi mesi, o nei prossimi anni, si suppone al massimo entro il prossimo quinquennio.
Le due proposte – Il ministro francese ha presentato con particolare attenzione due proposte che condividono la Corte dei Conti e il presidente dell’Autorità di regolamentazione dei giochi online (ARJEL), Charles Coppolani. Si tratta dell’istituzione di un’unica autorità indipendente e dello studio di un cambiamento della base imponibile per gli operatori di gioco d’azzardo online come scritto nell’articolo de “Les Echos”, il principale giornale economico finanziario francese. Per quanto concerne il primo punto, Darmanin non ha escluso l’espansione del ruolo di ARJEL, autorità incaricata dei giochi online creata con la legge del maggio 2010. La seconda proposta fa riferimento alla possibile tassazione del prodotto lordo sul gioco, che corrisponde al fatturato “reale” degli operatori, e non più alle scommesse, che fa riferimento al modello economico degli operatori con licenza del gioco d’azzardo su Internet. Inoltre, il ministro dei conti pubblici ha annunciato che una missione per l’industria dell’ippica sarà affidata a Jean Arthuis, ex senatore e ministro centrista, reclutato nell’estate 2016 da Emmanuel Macron.
Dubbi ed opposizione – Deputati di entrambe le fazioni sono molto preoccupati dall’eventuale privatizzazione della FDJ ed hanno già palesato l’intenzione di votare contro la proposta. In ballo c’è la padronanza dello sviluppo del gioco d’azzardo in Francia, nonché il futuro del finanziamento dello sport transalpino con il timore che con la privatizzazione della FDJ il governo cessi di occuparsi delle regolamentazione del settore del gioco d’azzardo. Come affermato da Thibault Bazin,
Questa privatizzazione non può che preoccuparci. Non vogliamo la privatizzazione della Française des Jeux e quando arriveremo al dibattito, ci opporremo all’apertura del capitale.–Thibault Bazin, deputato francese
L’impressione è che questa operazione, nonostante quanto afferma il presidente Stéphane Pallez, vada ben oltre il quadro di una semplice privatizzazione. La possibilità secondo cui le lotterie interne potrebbero essere gestite all’estero da privati non può essere accettata nella misura in cui la Francia ha “sempre considerato che i giochi dovrebbero essere strettamente controllati dallo Stato a causa di derive che possono generare”. I trattati europei riservano per competenza nazionale la legislazione sul gioco d’azzardo. D’altro canto, l’attuale governo si trova in una situazione fiscale molto delicata e non può essere aspramente criticato per la volontà di trovare risorse di bilancio.