Giro di vite in Nuova Zelanda: dal 2026 bandite le corse di cani
Si avvicinano tempi molto duri per gli appassionati di corse di cani neozelandesi. Il Governo ha infatti annunciato la messa al bando del settore a partire dal 2026 per ragioni legate alla tutela del benessere animale.
Corse di cani vietate dal 2026 in Nuova Zelanda
Il 10 dicembre scorso Winston Peters, vice-premier della Nuova Zelanda, ha annunciato che l’intero settore del “greyhound racing”, ovvero le corse di cani altrimenti dette anche corse di levrieri, verrà smantellato entro il 2026. Il provvedimento è conseguenza di alcune decisioni prese dal Governo per tutelare il benessere animale. Prima di questo processo che non sarà breve, l’esecutivo dovrà approvare una specifica legislazione.
La parte curiosa di questa notizia, per noi italiani, è che in Nuova Zelanda esista un “Racing Minister”, un “ministro delle corse”, ruolo che Peters sta ricoprendo per la terza volta. Si tratta di un segnale di grande attenzione istituzionale al settore delle corse e delle scommesse. Ad ogni modo, il provvedimento rischia di avere ricadute pesanti da un punto di vista occupazionale e sociale.
I levrieri da tutelare e destinare ad altre attività sono quasi 3.000, mentre diverse migliaia sono anche le persone occupate nel settore. Anche per queste ragioni la decisione del governo neozelandese, valutata con grande attenzione, richiederà un tempo abbastanza lungo: almeno 20 mesi per la transizione e la riconversione di aziende e lavoratori. Secondo Peters, si tratta di una decisione che non poteva più essere rimandata.
Le corse dei levrieri esistono in Italia?
A questo punto, molti di voi si staranno chiedendo come funzionino le cose qui in Italia, riguardo alle corse di cani o levrieri. In realtà le immagini che vi sarà capitato di vedere passando per agenzie di scommesse sportive o su siti di settore, sono filmati relativi alle scommesse virtuali. In Italia, infatti, queste corse sono ufficialmente vietate dal 2009.
Va anche detto che il fenomeno non ha mai avuto, in Italia, dimensioni paragonabili ad altri paesi come quelli britannici. L’ultima struttura esistente, quella di Roma, ha smesso di esistere nel 2002. Ma anche nella patria delle corse, l’Inghilterra, le polemiche sul maltrattamento dei cani adibiti a queste corse infiamma da anni, con delle conseguenze come la chiusura del famoso cinodromo di Walthamstow, nel 2017.
Finché saranno dunque soltanto riprodotti virtualmente, grazie a tecnologia e Intelligenza Artificiale, le corse di cani potranno continuare a esistere indisturbate nel novero delle scommesse virtuali. Ma le notizie su decessi e maltrattamenti dei poveri animali hanno ormai da tempo sensibilizzato popolazione e istituzioni, che si stanno gradualmente adeguando a una nuova e più sostenibile visione di un settore dalla lunga tradizione ma contraddistinto anche da numerosi lati oscuri.