Il calcio è in crisi: la Serie A chiede il ritorno dei bookmaker
Il calcio è in crisi: il lungo stop dovuto al coronavirus e i mancati introiti provenienti dalle partite a porte chiuse stanno mettendo in ginocchio molti club di Serie A. Il presidente della lega, Paolo Dal Pino, ha chiesto al governo di reintrodurre per 24 mesi la sponsorizzazione da betting nel calcio professionistico.
Il grido d’aiuto del mondo del calcio
Il 2020 è stato un annus horribilis per tutti, e il pianeta calcio non è certo stato esente. La pandemia di coronavirus, peraltro ancora lungi dall’essere risolta, sta continuando a colpire dure le casse delle società, da quelle dilettantistiche su su fino alle big di Serie A.
Nelle scorse settimane, più volte i manager dei club, da Giuseppe Marotta a Andrea Agnelli (ma anche Karl-Heinz Rummenigge del Bayern Monaco), hanno suonato il campanello d’allarme, paventando il rischio di default finanziario causato dai mancati introiti per il pianeta pallone dovuti al lockdown prima e all’assenza del pubblico negli stadi poi, causati dal coronavirus.
Al di là della facciata lucente degli ingaggi miliardari di alcuni top player, il calcio è un’industria che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone nel nostro Paese e in tutto il mondo, e una possibile bancarotta del sistema sarebbe quindi una catastrofe.
La proposta della Lega Serie A
In aggiunta al problema-coronavirus, la particolare situazione legislativa italiana, dove il Decreto Dignità ha vietato qualsiasi forma di pubblicità per bookmaker e casinò, ha determinato la fine delle sponsorizzazioni da betting per i club calcistici, con conseguente ulteriore buco nelle entrate.
Per cercare di limare un po’ le perdite, nei giorni scorsi il presidente della Lega Serie A, Paolo Dal Pino, ha chiesto al governo proprio la reintroduzione, per 24 mesi, della possibilità per i bookmaker di sponsorizzare direttamente i club. La sua eliminazione a causa del Decreto Dignità, ha spiegato il dirigente, ha portato via milioni di euro di entrate per le società.
Abbiamo più volte sollecitato il Governo, senza mai ottenere risposta. Chiediamo misure di ristoro, come tutti gli altri settori economici: non abbiamo chiesto soldi, ma di differire i pagamenti, visto che paghiamo oltre un miliardo di euro di contributi all’anno.–Paolo Dal Pino, Presidente, Lega Serie A
“A causa delle misure restrittive – ha continuato Del Pino – quest’anno abbiamo perso circa 600 milioni di euro. In Inghilterra, il primo ministro Boris Johnson si è impegnato personalmente nella promessa di aiuti alla Premier League e lo stesso ha fatto Angela Merkel in Germania. Possibile che non riceviamo risposta in Italia, dove il calcio è un’industria importante ma soprattutto parte del nostro DNA?”. Del Pino ha anche sollecitato l’esecutivo a fare in fretta, perché la situazione finanziaria di molti club non può aspettare troppo.
LOGiCO supporta Dal Pino
Come comprensibile, da parte di molti degli operatori del settore betting c’è stato grande supporto, alle parole del presidente della Lega Serie A. In particolare, l’associazione LOGiCO, che raccoglie numerosi siti scommesse attivi nel nostro Paese, ha espresso grande soddisfazione per l’intervento di Dal Pino, come conferma il presidente, Moreno Marasco.
Tornare indietro, da parte del Governo, sul divieto di pubblicità sarebbe giusto e strategico nella battaglia per la difesa della legalità, prima ancora che un aiuto per il calcio. Sarebbe infatti semplicemente la restituzione ai privati della facoltà di sottoscrivere contratti di sponsorizzazione.–Moreno Marasco, Presidente, LOGiCO
Marasco sottolinea anche che i bookie sarebbero già pronti, in collaborazione con l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, a garantire messaggi pubblicitari all’insegna della responsabilità sociale. Per le squadre di calcio, che potrebbero recuperare i mancati due anni di introiti, sarebbe un balsamo, mentre per i bookmaker, continua il presidente di LOGiCO, sarebbe il ritorno della “sacrosanta e legittima visibilità necessaria per sostenere legalmente il perimetro di difesa della legalità da esse esercitato”. Marasco sottolinea anche che questa proposta non arriva dagli operatori del settore, ma dal mondo del calcio, e riflette sui presunti effetti negativi sul gioco patologico delle pubblicità.
Dubito, ma molti studi confortano i miei dubbi, che un marchio a bordocampo incida così profondamente sui comportamenti d’acquisto e men che meno sulla compulsività. Una pubblicità orienta i consumatori in una scelta che desiderano già compiere, non genera domanda dove essa non esiste.–Moreno Marasco, Presidente, LOGiCO
Per il presidente di LOGiCO, infine, non si sarebbe giunti al Decreto Dignità, se già dal 2016 si fosse intervenuto a livello legislativo sulla qualità della comunicazione pubblicitaria, anziché lasciare i concessionari in regime di autodisciplina.
Schiavolin (Snaitech): fine al divieto? Sì, ma per sempre
Sulla questione è intervenuto anche l’amministratore delegato di uno dei bookmaker più conosciuti e diffusi nel nostro Paese, Snaitech, che controlla appunto SNAI. Il manager si è detto d’accordo con la proposta di Del Pino, ovviamente, sottolineando però che tale decisione non dovrebbe essere limitata a soli 24 mesi, ma essere definitiva.
Il betting fa bene allo sport, non solo per ragioni economiche ma anche perché è una sentinella ai comportamenti illeciti. Noi siamo contrari al proibizionismo, ma non vogliamo una riapertura temporale per 24 mesi. Per noi, questa è una stortura concettuale.–Fabio Schiavolin, amministratore delegato, Snaitech
Schiavolin sottolinea che anche i siti scommesse devono fare la loro parte e auspica l’attuazione di un codice di regolamentazione come quello presente in Premier League: ci deve essere infatti più attenzione ai modi con cui si comunica. “Si poteva evitare questo stop totale – spiega l’a.d. di Snaitech – se ci fosse stata una convergenza degli operatori nell’adozione di un comportamento più responsabile”.
No alla riapertura per soli 24 mesi: vorrebbe dire aprire per il tempo necessario per ridare ossigeno allo sport e poi liquidare il mondo del betting perché sbagliato. Ma o lo è sempre o non lo è mai, non può essere sbagliato a intermittenza a seconda delle necessità di bilancio.–Fabio Schiavolin, amministratore delegato, Snaitech
Schiavolin ha anche spiegato che Snaitech ha meno bisogno di pubblicità aggressive rispetto ai competitor, per la storia e la notorietà dell’azienda, ma ha sempre criticato il divieto stabilito dal Decreto Dignità, ritenendo sbagliato il proibizionismo e pensando invece sia giusta una educazione al consumo, per tutte le tipologie che possono portare a abuso, come nel caso del gioco compulsivo. Secondo Schiavolin, “non è il prodotto a fare la differenza, nel tema della compulsività, ma il singolo soggetto che ne abusa o meno”.