Il futuro del betting è targato Bitcoin
Il Bitcoin abbraccerà il mondo del gaming a partire dal 2018. È la notizia che ha portato la criptovaluta più famosa al mondo a conquistare un nuovo record. Il 2 novembre, infatti, il Bitcoin ha toccato il suo massimo storico a 7.392,95 dollari, dopo la notizia del 31 novembre che Cme Group, piattaforma specializzata in scambi di future e opzioni sui derivati e le materie prime, lancerà un future dedicato al Bitcoin. Entro l’inizio dell’anno prossimo si potranno dunque sottoscrivere e scambiare contratti per vendere ed acquistare moneta digitale in una data futura puntando sul rialzo o sul ribasso del Bitcoin.
L’utilizzo delle monete virtuali per giochi e scommesse rappresenta una nuova opportunità per gli utenti, in quanto permette di evitare le commissioni richieste normalmente dai circuiti di pagamento per i depositi e i prelievi sui conti di gioco trovando sbocco in un mercato che non ha certo paura della sperimentazione.
Cme Group Co – Con questa scelta, la piattaforma con sede a Chicago che rappresenta la società che gestisce il più grande mercato di derivati al mondo, ha dato un’enorme opportunità al mercato del gaming internazionale, cercando di soddisfare “il crescente interesse dei clienti nel mercato delle criptovalute”. La quotazione dei Bitcoin, esposta a un’elevata volatilità, avrà come riferimento il “CME CF Bitcoin Reference Rate”, un indice creato nel novembre 2016, che determina la valutazione raccogliendo dati dalle maggiori piattaforme di scambio e fissa il prezzo in dollari quotidianamente.
Numeri da capogiro – Secondo quanto confermato dai dati pubblicati da Gme Group, il mercato delle criptovalute vale oltre 172 miliardi di dollari, con i soli Bitcoin che costituiscono 94 miliardi del mercato. Dall’inizio dell’anno, le quotazioni sono balzate di oltre +560%, a fronte del +18,3% del Dow Jones, +15% dello S&P 500, e del +25% del Nasdaq Composite. La notizia dei futures ha fatto impennare la moneta virtuale in poche ore sfiorando i 7.400 dollari. La criptovaluta più diffusa al mondo movimenta ogni giorno circa 250 mila transazioni, per un controvalore di scambio da 550 milioni di euro. Il numero di nodi Bitcoin (i “punti” che in rete registrano le transazioni) raggiungibili nel mondo è di 9.556 ed in continuo aumento. La maggior parte si trova negli Usa (27,53%), Germania (17,69%), Francia (7,08%) e Cina (5,22%), con l’Italia (soprattutto al Nord) al 23° posto con 53 nodi attivi (0,006%).
Volatilità alta – Certo, quando si parla di Bitcoin niente è impossibile ed è da ammettere che negli ultimi 5 anni abbiamo assistito ad un “up and down” ai limiti del reale, con la criptovaluta capace di moltiplicare il proprio valore per diverse migliaia di unità. Dopo aver sfiorato il massimo storico di $7.400, in rialzo di ben il 29% su base settimanale, il Bitcoin ha perso ben $600 dollari in poche ore. Ad inizio settembre il Bitcoin aveva toccato per la prima volta nella sua storia quota 5.000 dollari, limite subito crashato a causa della stretta messa in atto dalle autorità cinesi che hanno mandato così indietro il valore del Bitcoin a 4.000 dollari, il tutto nell’arco di poche settimane.
Falsi miti e nuovi mercati – Ormai le criptovalute sono riconosciute ufficialmente a livello mondiale. Nel 2014, nacque BetVip, primo boomaker con regolare licenza ad accettare esclusivamente puntate in Bitcoin. L’uso delle criptovalute nel gioco online è stato approvato dalla Gambling Commission inglese e dalla Dirección General de Ordenación del Juego in Spagna: tali monete vengono considerate uno strumento di pagamento equivalente a contanti e carte di credito. Nonostante il Bitcoin possa garantire l’anonimato da parte dell’utente, resta una delle monete più tracciabili che oggi esistano. Infatti ogni transazione, lecita o illecita, rimane visionabile a costo zero e sul lungo periodo. Inoltre secondo gli esperti, il rischio riciclaggio e terrorismo resta basso. In Italia al momento nessun operatore legale ha ancora accettato il pagamento in Bitcoin: gli operatori legali sono scoraggiati dallo Stato nell’accettare criptovalute in quanto rappresentano un rischio per le normative antiriciclaggio attuali.