Il problema match-fixing, una battaglia che non ha mai termine
La battaglia contro il match-fixing, le trattative illegali per combinare i risultati di un evento sportivo e influenzare così le vincite alle scommesse, non accenna a diminuire. Nei primi tre mesi del 2019 sono già quasi 150 le segnalazioni pervenute a Federbet, associazione da anni impegnata nella lotta a questo fenomeno.
Un copione sempre uguale e di successo
Il fenomeno del match-fixing, le combine tra sportivi e bookmaker illegali, che “arrangiano” il risultato di partite di calcio o tennis per favorire gli scommettitori clandestini, è purtroppo uno dei vulnus maggiori del settore del betting, cui, nonostante le normative e le legalizzazioni, non si riesce ancora a porre termine, per l’impossibilità fisica di poter controllare ogni singola giocata in tutto il mondo.
Ciò nonostante, esistono diversi organismi di controllo e associazioni che da anni combattono una battaglia meritoria per contrastare questa piaga. Tra esse, Federbet è sicuramente una delle più attive. Nelle ultime settimane, sono stati in particolare match della Serie B greca ad essere monitorati in seguito a segnalazione di flussi di giocata sospetti.
Il segretario di Federbet, Francesco Baranca, ha spiegato che non si tratta di una novità, per la sua associazione:
È da almeno due mesi, se non dall’inizio dell’anno, che riceviamo alert sulla Serie B greca ogni settimana. Il copione è sempre lo stesso: quantità immense di denaro su particolari combinazioni di risultati, che puntualmente poi si avverano.–Francesco Baranca, segretario di Federbet
Sette squadre su quattordici, secondo Baranca, sono quelle sospette. Ma anche la Seconda Divisione di Cipro è un campionato molto monitorato. Naturalmente i campionati minori sono sempre quelli più a rischio, proprio per la minore attenzione mediatica, di pubblico e, di conseguenza, di chi deve controllare.
Gli alert ricevuti dall’inizio del 2019 e i segnali sospetti
Nonostante le misure di prevenzione e l’attenzione degli operatori del settore, le segnalazioni di flussi sospetti di giocata, i cosiddetti alert, non accennano a diminuire. Ancora Baranca:
Dall’inizio dell’anno abbiamo ricevuto 147 alert, non solo sul calcio ma su tutti gli sport. L’alert è un fattore, non un indice di combine, ma nella maggior parte dei casi poi i sospetti si rivelano fondati.–Francesco Baranca, segretario di Federbet
Flussi di scommessa particolarmente elevati su un mercato di un campionato poco seguito possono infatti generare sospetti, così come la frequenza di una scommessa: uno stesso mercato, ad esempio una combobet molto ardita piazzata su un campionato minore, viene giocata nelle parti più disparate del mondo. Anche le evoluzioni delle quote sono segnali indicativi.
Il ruolo degli scout e le possibili soluzioni
Il segretario di Federbet ha qualche proposta per calmierare la situazione, come ad esempio quella di bloccare le scommesse sui campionati minori (si può scommettere anche fino agli Under 16) e i cosiddetti scout. Gli scout sono le persone che vanno allo stadio a vedere match di leghe sconosciute armati di palmare per trasmettere informazioni sul match a provider come BetGenius, Perform e Sportradar. Questi poi vendono i dati ai bookies. I rapporti tra provider e scout possono essere talvolta poco chiari, e inoltre, nei dati venduti dai provider non vengono riconosciuti i diritti alle leghe sportive. “Ci sono società -spiega Baranca- che fanno campagne come l’Integrity Tour per la legalità del gioco, ma poi producono dati sul gioco riguardanti campionati che coinvolgono minori”. Da Federbet giungono anche critiche al cosiddetto Decreto Dignità, recentemente approvato dal governo italiano.
Ai minori, giustamente, viene vietato di giocare, ma contemporaneamente vengono resi oggetto di giocate. Il Decreto Dignità vuole combattere il gioco illegale, ma non spende una parola su questo enorme problema. Vengono colpiti gli operatori legali e si lascia che questa attività prosegua.–Francesco Baranca, segretario di Federbet