La pubblicità Sky non viola le leggi sul gioco d’azzardo
Diverse volte, su sitiscommesse.com, abbiamo parlato della questione della tutela dei minori dai rischi legati alle scommesse ed al gioco d’azzardo. Un argomento delicato e a volte spinoso che si è riproposto pochi giorni fa, quando il Tribunale di Milano – Undicesima Sezione Civile – ha affermato che gli spot trasmessi dall’emittente televisiva Sky durante le partite di calcio non violano i limiti alla pubblicità sui giochi previsti dal decreto Balduzzi.
Il caso – Il Tribunale di Milano ha così respinto con un’ordinanza la richiesta di inibitoria presentata dal Codacons. L’associazione dei consumatori aveva fatto presente che le partite di calcio trasmesse da Sky dovrebbero essere considerate trasmissioni dedicate ai giovani e quindi in quella fascia temporale non andrebbero pubblicizzati spot legati alle scommesse ed al gioco d’azzardo così come recita il decreto Balduzzi. In molti sottolineano come le partite di calcio vengano di fatto seguite da un elevato numero di minorenni, ma la richiesta inibitoria della Codacons è stata respinta dal Tribunale di Milano.
Tesi respinte – Come recita il decreto, non si possono mandare in onda pubblicità di giochi e scommesse durante trasmissioni legate ai giovani, ma i giudici hanno respinto la tesi secondo cui gli spot violerebbero gli standard qualitativi dal momento che restituirebbero un’immagine parecchio “rivisitata” ed addolcita delle scommesse e spiegando che le partite di calcio non sono programmi rivolti specificatamente ai minori.
Gli spot incriminati – Le leggi in vigore variano di paese in paese, ed in Italia il legislatore ha vietato le pubblicità del gioco facendo riferimento alle sole trasmissioni rivolte presumibilmente ad un pubblico costituito maggiormente da ragazzi sotto i 18 anni. Le partite di calcio, di fatto, non sono trasmissioni rivolte specificamente ad un pubblico minorenne e quindi rispettano gli standard qualitativi dettati dal decreto Balduzzi. Inoltre il Tribunale sottolinea che gli spot incriminati riportano, come da legge, gli appositi avvisi previsti circa i rischi e le dipendenze legati al gioco, rimandando anche ai siti degli operatori per i dati sulle probabilità di vincita. Infine non è provato che un’immagine felice che immortala uno scommettitore incoraggi al gioco senza freni, d’altronde in tutte le pubblicità, si invoglia il consumatore ad intraprendere l’azione proposta dedicando uno spot che spesso ritrae i protagonisti in uno stato d’animo felice e vincente.
Pensiero differente – Sulla questione si è espresso Carlo Rienzi, presidente Codacons che ha ribattuto:
L’ordinanza del Tribunale di Milano sulla pubblicità ai giochi durante le partite di calcio è non solo sbagliata, ma anche pericolosa. La tutela dei minori dai rischi legati a scommesse e gioco d’azzardo non può essere mai part-time, è evidente che il Tribunale non ha minimamente compreso l’influenza che ha la pubblicità sui ragazzi che seguono le partite di calcio trasmesse in tv, soggetti particolarmente sensibili considerata la loro età”.– Carlo Rienzi, Presidente Codacons
Rienzi ha poi concluso dichiarando che il Codacons proseguirà la propria battaglia nelle aule di giustizia, adoperandosi per avviando cause risarcitorie per conto di famiglie che hanno figli ludopatici. Si gettano le basi dunque di una lunga diatriba legale e mediatica poiché Rienzi è fermo nel chiedere il risarcimento danni nei confronti dei gestori delle sale da gioco e dello Stato che a sua detta non fa abbastanza per combattere il gioco d’azzardo.