LAN-Gate, un imprenditore contro i centri eSports: cosa succede?

Chiunque sia stato adolescente negli anni ‘80 e ‘90 ricorderà le sale giochi, presenza comune in qualsiasi città italiana e luogo dove i giovani si riunivano per passare il tempo impegnandosi in videogiochi sempre più spettacolari e divertenti.

Perché alcuni centri eSports sono stati chiusi?

Ragazzo che gioca agli eSports, bandiera italiana, logo ADM

LAN-Gate, imprenditore contro i centri eSports.

Una “magia” che ha avuto fine con lo sviluppo tecnologico di console e PC che, arrivati a poter offrire lo stesso prodotto a casa, hanno catalizzato l’attenzione delle più famose software house del pianeta. Da quel momento, ha avuto inizio una crescita che non ha mai avuto fine e che ha trasformato il mondo stesso dei videogiochi, soprattutto nel settore dei cosiddetti eSports.

Il nome potrebbe confondere chi non conosce bene l’argomento: non si tratta di titoli ispirati alle varie discipline sportive – non solo – ma di giochi in cui abilità, esperienza, colpo d’occhio e doti innate hanno trasformato quelli che un tempo erano semplici tornei di quartiere in qualcosa di più grande, che ha trasformato i migliori giocatori in veri e propri professionisti e coinvolto investimenti economici sempre più rilevanti.

Inevitabile che nascessero anche delle polemiche che in Italia sono esplose alla fine di aprile quando Sergio Milesi, titolare dell’azienda Led Srl impegnata nel campo di bowling, biliardo, giochi a gettoni e videoslot, ha presentato un esposto all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) accusando i centri eSports di concorrenza sleale e chiedendone la chiusura in quanto attività non a norma.

La nota di ADM e un futuro che andrà scritto

A differenza di quanto accade nelle sale giochi tradizionali, infatti, i centri eSports mettono a disposizione prodotti da “home entertainment” (PC e console di ultima generazione) che per Milesi non possono essere utilizzati in pubblico. Sempre secondo l’imprenditore, inoltre, non dovendo dotarsi di regolare licenza, certe attività possono aggirare i controlli delle autorità per quanto riguarda scommesse e gioco illegale.

Successivamente all’esposto di Milesi, l’ADM ha ordinato la chiusura di alcuni centri eSports molto conosciuti nel nord Italia, generando ovviamente un’accesa discussione in merito che successivamente ha costretto lo stesso ente regolatore a precisare tramite comunicato stampa che si trattava di una decisione presa nei confronti di determinate strutture e non, come aveva sostenuto qualcuno, di una vera e propria repressione nei confronti dell’intera categoria.

Il cosiddetto “LAN-Gate” ha comunque evidenziato un vuoto normativo che, in tempi brevi, dovrà essere riempito con leggi che possano regolare, senza però andare a danneggiare, un settore in costante sviluppo che, oltre ad aver messo sul mercato nuovi posti di lavoro, contribuisce con le sue imprese alla crescita economica dell’intero Paese. Non resta che attendere per scoprire quali saranno le prossime mosse dell’ADM.

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