Malta: approvata legge che può rivoluzionare il gioco in Europa
Il mercato europeo del gioco potrebbe vivere una sorta di terremoto, per le conseguenze di una legge da poco approvata dal Parlamento di Malta. Scopriamo perché il Gaming Amendment Bill potrebbe sconvolgere alcuni delicati equilibri.
Malta: cosa è il Gaming Amendment Bill
L’industria europea del gioco vive una fase delicata, in cui gli enti regolatori stanno cercando pazientemente di trovare elementi comuni per compattare e armonizzare il settore. In tutto ciò, una legge approvata alcuni giorni fa a Malta rischia di avere un effetto deflagrante, per le possibili conseguenze che si potrebbero scatenare. Si tratta del Gaming Amendment Bill, e vediamo di cosa parla.
Questa legge, catalogata come “Bill 55”, era stata sponsorizzata dal Ministro dell’Economia e dei Fondi Europei Silvio Schembri e presentata nell’aprile scorso. A fine giugno è arrivata l’approvazione del Parlamento e la firma del premier maltese George Vella. La legge impedisce azioni esecutive su sentenze straniere contro operatori autorizzati dalla MGA (Malta Gaming Authority), relative al settore del gioco online.
Da oggi, dunque, i tribunali maltesi potranno bloccare qualsiasi provvedimento esecutivo di enti regolamentatori esteri, se si verificheranno queste due condizioni: 1) se è in conflitto o pregiudica la fornitura di servizi di gioco a Malta; 2) se l’azione contestata all’operatore si riferisce a un’attività autorizzata ai sensi del Gaming Act, la legge sul gioco maltese che il “Bill 55” va a emendare.
Malta vs Europa: cosa c’è in gioco
I possibili scenari che questa nuova norma apre sono diversi, ma la problematica esiste e non è banalmente riassumibile in una levata di scudi da parte dell’isoletta mediterranea. Si sa che, da anni, l’industria del gioco è di un’importanza cruciale per lo stato maltese, visto che, ad oggi, vale il 12% del PIL del paese.
Da una parte, c’è sicuramente il rischio di un inasprimento dei rapporti, con la (remota) possibilità che Malta torni a una fase isolazionista come quella precedente al suo ingresso nell’Unione Europea. La ragione ufficiale è la protezione per i propri operatori autorizzati da “accuse infondate”, facendo valere uno dei principi cardine dell’UE, ovvero la libera circolazione di beni e servizi.
La vicenda si origina da alcuni contenziosi con Austria e Germania, in merito alle accuse mosse nei confronti di operatori con licenza maltese di erogare gioco ai cittadini austriaci e tedeschi. Il vero rischio è che questa legge mini alla base i regimi concessori nazionali, come ad esempio quello italiano. La spallata è stata pesante, vedremo quali saranno le conseguenze politiche.