MEF: gettito di €2,74M dai giochi nel 1° quadrimestre 2023
Sono dati in chiaroscuro, quelli presentati dal MEF riguardanti le entrate tributarie nei primi 4 mesi dell’anno. In particolare, soffre il gettito da comparti come il gioco. La riforma del settore non può più aspettare.
MEF: dati e modifiche erariali sul gioco
Il MEF, Ministero dell’economia e delle finanze guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti, ha reso noto il bollettino sulle entrate tributarie erariali relative al periodo gennaio-aprile 2023, ovvero il primo quadrimestre dell’anno. Le entrate accertate dallo stato ammontano a quasi 151 miliardi di euro, con un aumento di 4,8 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2022, pari a un +3,3%.
In generale, questo bollettino è servito al MEF anche per comunicare alcune modifiche introdotte, nei criteri di registrazione contabile di bilancio delle entrate tributarie ed extratributarie. Alcune di queste riguardano il settore del gioco pubblico, nella fattispecie il gioco del Lotto. L’intero capitolo del gioco più antico d’Italia passa dalla categoria di entrate tributarie a quella delle entrate extratributarie.
Le entrate ottenute dalla ritenuta sulle vincite effettuate al gioco del Lotto fanno invece il percorso inverso, passando da entrata extratributaria a tributaria, dunque facente parte delle imposte dirette. Per quanto riguarda invece le entrate totali relative ai giochi, il MEF comunica dati in netta flessione: 2,74 miliardi di euro, il 43,4% in meno rispetto allo stesso periodo del 2022.
2023, l’anno del riordino del settore giochi?
I dati del MEF parlano di €2,1 miliardi in meno di gettito da parte del settore dei giochi, considerando sia le imposte dirette che indirette. Non è un’eccezione, poiché la flessione del gettito riguarda tutte le imposte non direttamente legate alla congiuntura economica, di vari settori, scese in media del 23%. Una ragione in più per muoversi su ciò che tutti attendono da anni.
Parliamo dell’agognato riordino, che il Governo Meloni preferisce definire riforma del settore giochi. Si tratta comunque di un provvedimento che ha ormai i connotati dell’urgenza, richiesto da tempo dall’intera industria del gioco pubblico, e sul quale spinge anche l’ADM, Agenzia Dogane e Monopoli, sotto la nuova direzione di Roberto Alesse. E, tra le prime questioni da affrontare, ci sarà quella dell’armonizzazione fiscale.
Nel bollettino MEF, il contributo del gaming comprende €2,05 miliardi provenienti da apparecchi e congegni di gioco, e €238 milioni di proventi da attività di gioco. Nel solo mese di aprile, i dati parlano invece di €516 milioni da apparecchi e congegni di gioco, e di €60 milioni da proventi di attività. Se davvero arriverà la riforma, saranno dati destinati a crescere.