Nuove concessioni gioco online: il grosso rischio dei rincari
Tra gli operatori dell’industria del gioco c’è forte ansia, per le imminenti misure che saranno contenute nei decreti attuativi della Legge Delega Fiscale. Sul piatto ci sono i costi per il rilascio delle nuove concessioni.
Nuove concessioni gioco online: cosa ci attende
L’attesa porta con sé la classica tensione che si può tagliare col coltello, tra gli operatori del settore del gioco pubblico italiano. Le ragioni sono legate a ciò che il Governo Meloni inserirà nei decreti attuativi della Legge Delega Fiscale, approvata in prima istanza lo scorso agosto. Le preoccupazioni maggiori riguardano il bando di gara per il rilascio delle nuove concessioni online.
A quanto pare, i costi per le nuove licenze subiranno una fortissima impennata. Dai 250.000€ (per 4 anni) richiesti per ogni nuova concessione nel 2018, si dovrebbe passare a circa 7 milioni di euro per ciascuna licenza. Una cifra davvero molto alta, che potrebbe scendere ma comunque non sotto i 6 milioni, ritenuto dall’Esecutivo un tetto minimo non negoziabile.
A ciò si aggiunge il limite di 5 licenze acquistabili per ciascun gruppo, un tetto che però potrebbe essere persino pleonastico. A queste cifre, infatti, molti operatori potrebbero rinunciare alla licenza o al rinnovo di quella esistente. Oltretutto, nei decreti attuativi pare sia prevista una forte stretta sui canali di raccolta (skin), con un limite di uno per ogni gioco online.
Che gioco vuole il Governo Meloni
Nel disegno di legge sulla Delega Fiscale approvato alcuni mesi fa, erano presenti indicazioni riguardo a maggiori tutele e attenzione alla legalità, che davano già un’idea sulle intenzioni del Governo Meloni a proposito del settore. Dopo le voci sui decreti attuativi, tali intenzioni sembrano ancora più chiare. L’Esecutivo vuole asciugare il mercato, lasciandolo in mano a 15-20 soggetti al massimo.
Si spiegherebbero così i forti aumenti, ma anche altri provvedimenti che sembrano ormai certi. Tra questi il cosiddetto albo dei PVR (Punti Vendita Ricariche), che sarebbe in via di approvazione. Secondo quanto si apprende, tale albo sarebbe gestito da ADM e prevederebbe un costo di iscrizione da circa 50€ annui. Lo scopo è tracciare i PVR e scremarne il numero sul territorio (oggi circa 40.000).
Ma c’è dell’altro, in questo caso una buona notizia per tutti gli operatori legali. Secondo alcune fonti, ci sarebbe un accordo con Bankitalia per impedire qualsiasi transazione verso operatori sprovvisti di regolare concessione rilasciata dallo stato. Questo non sarà un colpo mortale per il gioco illegale, ma certo può costituire un grosso punto a favore dello stato, nella lotta contro gli operatori off-shore.