Prelievo scommesse 0,5%, è caos tra la ADM e i concessionari
Una recente determina firmata da Marcello Minenna, direttore generale Agenzia Dogane e Monopoli, mette in crisi i rapporti tra concessionari per le scommesse e la stessa ADM. Oggetto del contendere è il prelievo dello 0,5%.
Prelievo scommesse 0,5%: cosa è successo
Il 5 gennaio scorso, improvvisamente, i rapporti tra i concessionari in possesso di licenza per le scommesse e l’istituzione che eroga e regola tali licenze, l’Agenzia Dogane e Monopoli, hanno vissuto un terremoto. Una determina a firma del direttore AdM Marcello Minenna ha annullato, in autotutela, quanto stabilito circa un anno prima in merito al prelievo fisso dello 0,5% sulla raccolta da scommesse.
L’oggetto del contendere è l’interpretazione da dare alle modalità di calcolo dell’importo dovuto, da parte dei concessionari, alla stessa AdM. Tutto nasce in epoca Covid quando, in pieno lockdown, l’allora Ministro Spatafora aveva istituito il cosiddetto “fondo salva-sport”, per aiutare i lavoratori del settore duramente colpiti dalla pandemia. Contrariamente a quanto si pensava inizialmente, tale importo non aveva limiti prestabiliti.
Cerchiamo di spiegare al meglio una questione intricatissima, per cui è facile prevedere diversi ricorsi e carte bollate. In principio si stabiliva in 40 milioni la cifra da destinare a tale contributo per il 2020, in 50 milioni per il 2021. Le cifre erano state raggiunte sempre con congruo anticipo, e anche le comunicazioni da parte dell’ADM lasciavano pensare che la cosa finisse lì.
Il dietrofront di ADM e I possibili scenari
Invece, come ben sintetizzava il Corriere della Sera, la nuova determinazione direttoriale smentisce quanto detto in precedenza. In sostanza, il contributo fisso dello 0,5 per cento sulla raccolta da tutte le scommesse (scommesse sportive, scommesse ippiche, scommesse virtuali, betting exchange), sia fisiche che online, andrà versato comunque – in via retroattiva – per gli anni 2020 e 2021.
Secondo la nuova interpretazione dell’ADM, dal totale di tali contributi richiesti agli operatori sarebbero state versate le cifre stabilite come fondo di solidarietà. I 40 milioni decisi per il 2020 erano stati raggiunti in novembre, i 50 del 2021 addirittura in agosto. Dunque, agli operatori viene richiesto di pagare gli arretrati non corrisposti di tale 0,5% per il biennio in questione.
Come era facilmente prevedibile, tra gli operatori si è scatenato il caos. L’ Agenzia Dogane e Monopoli dovrà fornire i nuovi calcoli con gli importi dovuti e ha già fatto sapere che le eventuali eccedenze verranno poi restituite. In attesa di maggior chiarezza, molti studi legali sono già stati attivati e, per loro, si prevede un periodo di super-lavoro.