Premier League, stop in arrivo agli sponsor legati alle scommesse
Lo storico legame che da anni unisce le agenzie che operano nel settore delle scommesse sportive e la Premier League, il più ricco e seguito campionato di calcio al mondo, potrebbe concludersi proprio a ridosso dell’inizio della stagione 2022/2023.
Stop agli sponsor sul betting in Premier League?
Il Times ha riferito di un’imminente riunione tra i club membri della Premier League che andrà in scena nel corso di questa settimana, incontro che potrebbe determinare la rinuncia volontaria da parte delle squadre protagoniste del massimo campionato inglese alle agenzie legate al mondo delle scommesse – in cui l’Inghilterra è il principale mercato al mondo – come main sponsor. Una mossa che è nell’aria da tempo potrebbe diventare così realtà.
L’incontro nasce dalla necessità di trovare una linea d’azione comune nei confronti della questione, considerando l’ormai imminente riforma sul gioco d’azzardo e il momento di assestamento del Governo britannico dopo le dimissioni del Primo Ministro Boris Johnson. Un’opportunità che servirà anche per dettare alcuni paletti e stabilire le modalità con cui il calcio inglese si separerà dagli sponsor che a lungo sono stati presenti sulle maglie delle squadre.
Il primo punto potrebbe essere proprio quello riguardante le maglie: il ban alle agenzie di scommesse riguarderebbe il cosiddetto main sponsor, quello più visibile e al centro delle maglie, ma non maniche, schiena, pantaloncini e calzettoni. Il secondo affronterebbe le tempistiche necessarie, con i club che chiederanno un periodo di almeno 3 anni per concludere gli accordi vigenti e valutare le alternative possibili.
Per il ban necessario l’accordo di 14 club su 20
Una proroga di alcune stagioni sarebbe senza dubbio una buona notizia per l’Everton, che ha appena stipulato un accordo con Stake.com da 11 milioni di euro a stagione. I Toffees sono una delle 7 squadre che al momento hanno un operatore di scommesse come main sponsor e probabilmente chiederanno garanzie prima di una votazione che, per essere approvata, necessiterà del parere positivo di almeno 14 club su 20.
La Premier League è ormai da diversi anni il principale torneo calcistico al mondo, il più seguito e il più ricco: nel primo mese di calciomercato i club hanno già speso complessivamente 1,16 miliardi di euro, il doppio della Serie A che segue con quasi 500 milioni. Soldi che sono serviti per portare in Inghilterra campioni come Erling Haaland al Manchester City e Darwin Núñez al Liverpool, che si è presentato ai nuovi tifosi segnando 4 gol in un tempo al Lipsia.
Al punto in cui è oggi, la Premier ci è arrivata anche grazie ai soldi garantiti dalle sponsorizzazioni del betting, qualcosa che però i club sembrano dimenticare con lo scopo di anticipare l’eventuale ban governativo che arriverebbe con la riforma e l’intenzione di rendere ancora più appetibile il proprio prodotto ai mercati esteri. Una scelta dovuta, dunque, opportunista e per alcuni analisti anche decisamente moralista. Vedremo se pagherà nel tempo.