Premier League, stop volontario agli sponsor sulle scommesse?
L’edizione 2021/2022 della Premier League, il più ricco e seguito campionato di calcio al mondo, si è conclusa domenica 22 maggio con un finale al cardiopalma che ha visto il Manchester City conquistare il titolo.
Riforma del gioco, la situazione in Premier League
Un successo, quello dei Citizens di Guardiola, arrivato con un solo punto di vantaggio sul Liverpool grazie a una spettacolare rimonta ai danni dell’Aston Villa (da 0-2 a 3-2 negli ultimi 15 minuti) nell’ultimo turno, che ha mandato agli annali una stagione fantastica. Stagione che potrebbe essere stata anche l’ultima a prevedere la presenza degli sponsor legati al mondo delle scommesse sulle maglie dei club.
Secondo quanto riportato da BBC Sport, infatti, il Governo sarebbe pronto a discutere prima dell’inizio del prossimo torneo, la possibilità di chiudere il rapporto di sponsorizzazione tra chi opera nel mondo del betting sportivo e le squadre del più importante campionato al mondo, divenuto tale negli anni anche grazie al denaro garantito da questa partnership. Una mossa che seguirebbe quanto già avvenuto in Italia e Spagna.
Considerando il continuo ritardo a cui è sottoposto il White Paper che riformerà il gioco d’azzardo in Gran Bretagna e che, appunto, dovrebbe contenere il divieto di sponsorizzazione per le scommesse, il DCMS (Department for Digital, Culture, Media & Sport) sembra intenzionato a chiedere ai club di porre fine ai rapporti attualmente in essere in modo volontario, evitando nuove eventuali negoziazioni.
Divieto di sponsor, tempistiche troppo ristrette
Inutile sottolineare che non sono pochi i soldi garantiti da chi opera nel settore gioco d’azzardo, e anche se non dovessimo arrivare a quanto successo in Belgio, dove 16 club su 18 hanno questo tipo di sponsorizzazione e non mancano proteste contro il giro di vite anche in questo caso imposto dal Governo, certo il contraccolpo economico sul calcio inglese non sarà di poco conto.
Soprattutto per quanto riguarda le categorie inferiori alla Premier League, rappresentate dalla EFL (English Football League) che già nelle scorse settimane avevano sottolineato come un divieto totale sarebbe costato ai club circa 40 milioni di sterline all’anno. Soldi che i grandi club possono trovare da altre fonti, ma che già per alcune realtà di seconda divisione, ad oggi, sono fondamentali.
Consapevole della situazione, il DCMS avrebbe deciso di aspettare che questi club trovino sponsor alternativi andando però incontro alle ire di chi sostiene il divieto totale per gli operatori a tutti i livelli nel calcio. Cosa che realisticamente non dovrebbe avvenire prima della stagione 2023/2024, ma per cui in Premier League il Governo chiede interventi, volontari, già da subito. Una questione, insomma, che andrà chiarita in estate e di non facile soluzione.