Prevenzione gioco patologico: stanziati 50 milioni per il 2023
La delibera del Comitato Interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile sul Fondo Sanitario Nazionale 2023 è uscita in Gazzetta Ufficiale e contiene gli stanziamenti per la prevenzione della dipendenza da gioco d’azzardo.
Prevenzione gioco patologico: stanziati 50 milioni
Nella Gazzetta Ufficiale del 13 gennaio scorso, tra le voci in sommario c’era la delibera del Comitato Interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, che riguardava il Fondo Sanitario Nazionale per il 2023. Nel dettaglio, si trattava del dettaglio sulla ripartizione delle risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale. Una delibera attesa dal settore del gioco pubblico, per ragioni che è facile comprendere.
In tale delibera, infatti, viene ufficializzata la cifra che lo Stato ha destinato al SSN in tutte le sue diramazioni. Tra queste, c’è anche un fondo per “la prevenzione, la cura e la riabilitazione” di tutte le patologie connesse alla dipendenza da gioco d’azzardo. La cifra stanziata ammonta a 50 milioni di euro, mentre il finanziamento globale dello stato al SSN è di 128.005.200.000 euro.
In termini assoluti si tratta di una cifra contenuta, perché i 50 milioni rappresentano circa lo 0,04% del totale stanziato per la sanità pubblica. Tuttavia, è pur sempre un importo notevole, del tutto in linea con quelli finanziati in precedenza, e che verrà poi distribuito dalle varie regioni a tutte le ASL che operano sui rispettivi territori.
Le tutele nella nuova linea del Governo sul gioco
Fin dal suo insediamento, il Governo Meloni aveva annunciato una discontinuità nei confronti delle politiche sul gioco tenute dai precedenti esecutivi, ovvero quelli in cui era presente il Movimento 5 Stelle. Il recente riordino del gioco online ha confermato almeno in parte gli orientamenti annunciati. La direzione è quella di una riduzione dei concessionari, a parità di gettito fiscale e con aumento delle tutele.
Lo stanziamento dei 50 milioni di cui si parla in questo articolo rientra a pieno titolo in queste tutele, le quali non si fermano comunque alla parte riservata allo Stato. Anche ai concessionari, infatti, sono richiesti standard sempre più alti di vigilanza e prevenzione di comportamenti a rischio dei propri giocatori, con severe sanzioni in caso di misure non rispettate.
Si va verso un settore del gioco pubblico più snello, con meno operatori ma più responsabilizzati. Inoltre, a fronte delle maggiori richieste ai concessionari, è possibile che vengano riviste, mitigate o abolite alcune misure punitive contenute nel Decreto Dignità, prima fra tutte il divieto di pubblicità. La lotta al gioco patologico, o ludopatia come è volgarmente chiamato, non si fa vietando alle aziende di operare, ma coinvolgendole nella prevenzione.