Quasi il 2% del reddito: la spesa degli italiani per gioco e scommesse

Ministero delle Finanze, Istat e Agenzia Dogane e Monopoli hanno fornito i dati sulla spesa degli italiani per gioco e scommesse. Abitano soprattutto nel Mezzogiorno, i nostri connazionali più dediti a questo passatempo, mentre il Trentino Alto Adige è la regione meno “giocatrice”. In media, gli italiani spendono l’1.8% del proprio reddito per l’hobby del betting.

L’analisi dei dati forniti da MEF, Istat e ADM

Un uomo mostra un laptop su cui sono alcuni atleti e la schermata di un sito scommesse, con i loghi del Ministero Economia e Finanze, dell'Agenzia Dogane e Monopoli e dell'Istat

In Italia è soprattutto al Sud che si spende per il gioco. A livello nazionale, in media l’incidenza è dell’1.8% sul reddito.

Come ogni anno, i dati forniti dal Ministero Economia e Finanze (MEF) sulle dichiarazioni dei redditi, incrociati con il numero degli occupati certificato dall’Istat e della spesa per i giochi fornita dall’Agenzia Dogane e Monopoli (ADM), permettono di tracciare un preciso stato dell’arte, su abitudini e consumi degli italiani per quanto riguarda il passatempo del gioco e delle scommesse. Vediamo insieme ciò che emerge dall’analisi dei numeri relativi al 2017.

Il dato più importante è l’1.86%, valore che rappresenta la percentuale del proprio reddito che i nostri concittadini hanno speso, nel 2017, in giochi e scommesse. Questo numero, decisamente contenuto, smentisce l’allarmismo diffuso a più voci da molti settori, soprattutto della politica. Se si considera, infatti, che il reddito annuo medio dei cittadini italiani forniti di impiego è di 20.670€, ciò significa che ogni nostro connazionale ha speso poco più di un euro al giorno in scommesse.

Questo dato è ancora più basso nel momento in cui si considerino solamente le scommesse sportive, ovvero il tema principale del nostro portale. In questo caso, la spesa media pro capite per ogni italiano lavoratore è stata risibile: 17€ annui, pari a 1.5€ al mese. L’impatto sul reddito complessivo è pari addirittura a meno dello 0.1%.

La distribuzione geografica dei dati

Dal confronto dei dati forniti da MEF, ADM e Istat, si evince come appartengano al Mezzogiorno d’Italia le regioni con la percentuale di spesa maggiore: la Campania è la regione con più appassionati (si spende il 3.3% del reddito), seguita dalla Calabria con il 3.1% e dalla Puglia con il 2.9%. Molise, Sicilia e Abruzzo seguono, rispettivamente con il 2.76%, il 2.70% e il 2.69%. Lombardia (1.5%), Lazio (1.7%), Emilia Romagna (1.5%) e ancor di più Veneto (1.2%) sono ben al di sotto della media nazionale. La regione meno appassionata di gioco e betting è però il Trentino Alto Adige (1.1%). Ben 12 regioni su 20, comunque, registrano un dato inferiore al 2%.

Se trasliamo questa ripartizione al solo settore delle scommesse sportive, infine, scopriamo che il picco è di nuovo della Campania (0.33%), seguita da Puglia e Calabria. Sopra lo 0.1% ci sono solo Abruzzo, Basilicata e Sicilia. Le altre 14 regioni sono sotto questo già bassissimo valore%.

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