Riordino gioco fisico e gare: AGIC chiede al Governo tempi certi

AGIC, associazione che riunisce la netta maggioranza delle aziende operanti nel gioco fisico, chiede al Governo tempi uno stop alle proroghe per il settore, tempi certi sul riordino e sull’avvio delle gare per le concessioni.

AGIC alza la voce sul riordino del gioco fisico

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AGIC dice stop alle proroghe sul gioco fisico

Quando il riordino del gioco online era ancora in una fase non così avanzata come adesso, già Governo e Agenzia Dogane e Monopoli avevano fatto intendere che si era data priorità al gioco a distanza per varie questioni, fra cui l’evitare di portare le vecchie concessioni a scadenza. Il comparto che opera nel retail non ne era stato entusiasta, ma aveva momentaneamente ingoiato il boccone.

Oggi, all’alba del 2025, gli operatori sono tornati alla carica. A farsi sentire è stata AGIC, Associazione Gioco e Intrattenimento in Concessione, che è affiliata a Confindustria e rappresenta i quattro operatori che costituiscono la netta maggioranza del settore: IGT, Lottomatica, Snaitech e Sisal. Sommate, queste quattro aziende coprono circa il 70% del mercato del gioco live, con più di 60.000 punti vendita che danno lavoro a circa 6.000 persone.

AGIC ha espresso preoccupazione affinché finisca il tempo delle proroghe, l’ultima delle quali è stata firmata lo scorso 3 gennaio dal direttore dei giochi di ADM Mario Lollobrigida. Gli operatori del gioco live hanno ribadito che vogliono le gare per le nuove concessioni, così da poter programmare per tempo gli investimenti necessari. L’importante associazione di categoria ha anche provato a tracciare una road map per arrivare all’obiettivo.

La “road map” di AGIC per il riordino

L’aspetto prioritario, secondo AGIC, è rappresentato da una questione in cui il gioco fisico si distingue nettamente da quello online: la sua gestione sul territorio. Da questo punto di vista, l’importante associazione di categoria degli operatori di gioco auspica che si trovi al più presto un’intesa nella Conferenza Stato-Regioni, assolutamente fondamentale e che al momento non c’è.

L’intesa serve perché le Regioni da un lato hanno l’onere di provvedere anche all’assistenza sanitaria per i casi di abusi e di dipendenza da gioco d’azzardo, dall’altro hanno forte voce in capitolo nella gestione dei territori, insieme alle altre istituzioni locali. Infine, c’è in ballo anche una questione economica, poiché il Governo potrebbe destinare alle Regioni parte delle tasse provenienti da settori delicati come slot e apparecchi.

L’aspetto territoriale è dunque dirimente, anche perché vanno definiti criteri importanti sia per l’ordine pubblico ma anche per chi investe. Una su tutte, la famosa questione della distanza dai luoghi sensibili di sale ed esercizi. AGIC propone una distanza minima di 200 metri. Una volta trovato un accordo, si dovrà procedere al ridisegno delle gare per le nuove concessioni tra apparecchi da intrattenimento, scommesse e bingo.

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