Sale eSports, tempi duri: confermate le multe e i sequestri
Quanto sta succedendo in Italia con la regolamentazione degli eSports ha davvero del paradossale. Nonostante le audizioni in parlamento e la pubblicazione del primo white paper, la macchina della burocrazia si è messa di traverso.
eSports e sale LAN: la sentenza che non ti aspetti
Se c’è un caso in cui è lecito parlare di “doccia fredda”, questo è la vicenda della regolamentazione degli eSports in Italia. Il processo, che aveva iniziato a mostrare i primi incoraggianti risultati, è stato infatti frenato da un problema burocratico e legislativo. Il tutto è esploso a causa della ormai vecchia questione delle cosiddette sale LAN, su cui nei giorni scorsi era chiamata a esprimersi la Corte d’Appello di Brescia.
Sintetizziamo la vicenda per chi non ne fosse a conoscenza. Nel 2022, alcune sale LAN, ovvero locali che utilizzano PC e console collegati tra loro appunto tramite LAN (Local Area Network), vennero chiuse a seguito di un’ispezione da parte dell’Agenzia Dogane e Monopoli. Gli addetti ADM, sollecitati da un imprenditore titolare di sala giochi tradizionale, contestava l’irregolarità di quei device.
Le sale, una delle quali a Bergamo, vennero chiuse con multe da 20.000€ e sequestro di PC e console di gioco. I proprietari delle sale LAN fecero ricorso, contestando che le sale stavano svolgendo attività d’impresa in ambito informatico, ovvero i giocatori che si sfidavano tra loro in videogame competitivi. La Corte d’Appello civile di Brescia ha però confermato sia le multe che i sequestri.
Senza una legge nessun futuro per gli eSports
Sulla vicenda, che ha davvero del paradossale, era stato purtroppo buon profeta Luigi Caputo, fondatore dell’OIES, Osservatorio Italiano Esports. In un’intervista a Wired del maggio scorso, Caputo aveva parlato dei motivi per cui un’intervista a Wired dello scorso maggio, Caputo aveva parlato dei motivi per cui il settore non decolla in Italia, mostrando dubbi su una felice risoluzione della vicenda delle sale LAN. Dubbi che, alla fine, si sono dimostrati più che fondati.
Le ragioni della sentenza di Brescia spiegano bene il vuoto legislativo che impedisce agli eSports di trovare stabilità. I giudici hanno interpretato l’art.110 del TULPS equiparando le sale LAN a luoghi in cui sarebbe possibile anche giocare online. Il fatto che l’apparecchiatura telematica fosse collegata alla rete rappresenta una condizione che consente di giocare d’azzardo, e dunque meritevole di sanzioni.
Servono dunque autorizzazioni e certificazioni delle sale da parte dell’organo competente, ovvero la stessa ADM. Il problema è che, nonostante le audizioni in parlamento e la pubblicazione del primo white paper del settore, tali norme che definirebbero la specificità delle sale LAN – e, per esteso, di qualunque attività pubblica che riguardi gli eSports – ancora non esistono. Senza di esse, non può esserci soluzione.