Scommesse: Bethard impone limiti personalizzati ai suoi utenti

Scelta molto interessante e innovativa, quella che l’operatore scandinavo Bethard ha deciso di mettere in atto sul mercato del Regno Unito. Il bookie sarà uno dei primi a imporre limiti di deposito personalizzati ai suoi utenti, basati sul reddito ma anche su un calcolo medio delle spese che ognuno di noi ha durante una mensilità.

La decisione di Bethard

Calciatori in azione e il logo di Bethard

Bethard imposta limiti di gioco personalizzati per i suoi utenti nel Regno Unito.

Bethard è uno dei bookmaker che più si stanno mettendo in mostra, ultimamente, nel Regno Unito. Questo soprattutto, fino ad ora, grazie a una proposta molto competitiva e a una campagna marketing ben studiata, che si fregia soprattutto della collaborazione di un asso come Zlatan Ibrahimović, capace di dare con il suo carisma enorme visibilità a questo operatore. La nuova mossa dell’allibratore è però di tipo completamente diverso, e va in direzione delle indicazioni fornite dalla UK Gambling Commission in termini di impegno contro il gioco compulsivo.

Proprio facendo riferimento al report relativo all’annata 2018/19 pubblicato dall’ente regolatore di gioco e scommesse del Regno Unito, infatti, in cui l’Ufficio Nazionale Statistico inglese aveva comunicato i dati sugli importi lordi dei cittadini di Sua Maestà, Bethard ha deciso di istituire e imporre ai propri scommettitori dei limiti di deposito personalizzati, con l’intento di andare un passo avanti persino rispetto ai requisiti di legge previsti sull’Isola per la protezione dei giocatori.

Bethard ha così cominciato a imporre dei limiti di deposito “custom”, basati sulle entrate degli utenti e sul calcolo medio delle spese fisse che un cittadino medio generalmente ha durante un mese, tra cui ad esempio l’affitto, l’uso dei trasporti, le bollette. L’imposizione di limiti di deposito da parte degli operatori, e non da parte degli utenti stessi, è un concetto nuovo nel Regno Unito (come del resto anche in Italia), ma diffusissimo in Svezia e Scandinavia: in questi Paesi, infatti, i bookmaker hanno libero accesso ai dati fiscali della popolazione in modo da poter stabilire le entrate e determinare così le soglie per i depositi.

Le parole del CEO di Bethard

In merito a questa nuova strategia di Bethard, che sicuramente farà molto discutere nel Regno Unito, e che probabilmente da noi sarebbe impensabile o quasi, non fosse altro che per come verrebbe interpretata a livello di intrusione nella privacy la possibilità di accesso ai dati fiscali da parte dei bookies, si è così espresso il CEO di Bethard, Erik Skarp.

Il report della UKGC del 2018/19 ci ha davvero aperto gli occhi, in merito alla sostenibilità delle scommesse e di un livello di gioco sano per i nostri utenti. La domanda che ci poniamo è: considerando le entrate di uno scommettitore, quanto può realisticamente permettersi di spendere per il suo hobby?Erik Skarp, CEO, Bethard

Il manager del gruppo ha anche ribadito che questa iniziativa vuole essere un passo avanti nella cura per un ambiente di gioco sano, anche rispetto alle leggi e alle norme attualmente previste dalla UK Gambling Commission.

Il nostro impegno è andare oltre, rispetto a quello che ci si aspetta da noi bookmaker, per assicurare che i nostri sforzi per potere essere considerati operatori responsabili, trasparenti e affidabili siano efficaci al massimo grado possibile.Erik Skarp, CEO, Bethard

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