Scommesse e calciatori di Serie A: 12 indagati per gioco illegale
A circa un anno e mezzo di distanza, torna di attualità la storia di Nicolò Fagioli e Sandro Tonali e le scommesse illegali, stavolta per i risvolti penali con il coinvolgimento di altri 12 calciatori.
Scommesse illegali: 12 indagati in Serie A
Quando le cose, per Sandro Tonali e Nicolò Fagioli, sembravano essere tornati alla normalità, con i due calciatori restituiti ai rispettivi compiti rispettivamente con Newcastle e Fiorentina, i mostri sono tornati in superficie, sotto forma di una miriade di intercettazioni finite sui giornali. Il motivo è l’inchiesta penale da parte della Procura di Milano, che stavolta ha allargato lo spettro dell’indagine.
Se, infatti, la prima volta il tutto era sfociato in squalifiche sportive, stavolta la patata è ancora più bollente. I due nazionali sono indagati anche per aver coinvolto altri loro colleghi in un giro di scommesse su siti illegali. Si tratta di Alessandro Florenzi, Nicolò Zaniolo, Mattia Perin, Weston James Earl McKennie, Leandro Paredes, Angel Di Maria, Raoul Bellanova, Samuele Ricci, Cristian Buonaiuto, Matteo Cancellieri, Adames Hector Junior Firpo.
Va precisato che non le ipotesi di reato non hanno nulla a che vedere con scandali passati alla storia come calcio-scommesse, ovvero atleti che scommettevano sulle proprie partite di calcio, alterandone il risultato in maniera illecita. Qui si parla di calciatori che scommettevano e giocavano a poker online, ma su siti off-shore, introdotti – a quanto pare – proprio da Tonali e soprattutto Fagioli.
Fagioli, il gioiello è ancora nei guai
Quando sembrava aver ritrovato la serenità, Nicolò Fagioli è ripiombato nell’incubo. Quanto emerso dalle ultime intercettazioni mette nei guai diversi suoi attuali ed ex compagni di squadra, ma soprattutto ci ricorda il dramma umano di un ragazzo la cui fragilità estrema è diventata argomento di gossip. I debiti contratti dall’ex calciatore della Juve sarebbero alla base del coinvolgimento di altri calciatori.
Per via delle somme che Fagioli doveva ai referenti dei siti di scommesse e gioco illegale a cui si rivolgeva, il calciatore era stato indotto a coinvolgere più colleghi possibile, così da avere un altro modo per ripagare i debiti. Il problema, ribadiamo, non è il giocare in sé, se non lo si fa sulla propria squadra, ma il fatto di farlo utilizzando piattaforme illegali.
In parte ingegnoso era il metodo con cui venivano pagate le somme dovute: regolarissimi bonifici, intestati a una nota gioielleria di Milano, in teoria per l’acquisto di Rolex o comunque orologi costosissimi, che invece rimanevano nella pertinenza del gioielliere, presunto complice del giro illegale. Un piano che rendeva i calciatori protagonisti di questa brutta vicenda, ancora in parte da chiarire, ricattabili.