Scommesse e società: i fatti dell’anno che si è appena concluso
Come è andato il 2019 nel pianeta scommesse, per quanto riguarda le vicende legate alle normative, alle legislazioni e a ciò che riguarda il nostro passatempo preferito da un punto di vista più sociale e politico? In questo nostro riepilogo ripasseremo i principali argomenti di cui ci siamo occupati negli ultimi 365 giorni.
Politica e scommesse, un rapporto conflittuale con qualche schiarita
Il tema dominante, per quanto riguarda l’Italia, nel 2019 è stato quello del dialogo (ma più spesso si è trattato di un vero e proprio scontro) tra le istituzioni e gli operatori del settore scommesse e giochi online. Il tutto prende il via dall’approvazione, nel 2018, del Decreto Dignità, che proibiva qualsiasi forma di pubblicità diretta e indiretta a bookmaker e casinò, e dall’aumento della tassazione sui ricavi per gli operatori di entrambi i settori.
Dall’estate 2018, però, il governo è cambiato, e si è passati dalla maggioranza giallo-verde (M5S-Lega) a quella giallo-rossa (M5S-PD), per quanto con il medesimo Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. L’anno è vissuto di escalation e segnali di distensione, tra dichiarazioni roboanti (a febbraio, l’allora Ministro del Lavoro, Di Maio, tuonava: “Non si usi il reddito di cittadinanza per scommettere”) e colloqui tra le parti. Quando a maggio l’AGCOM ha diramato le linee guida per l’applicazione del Decreto Dignità, la polemica si è ancora più innalzata.
In tutto questo, a ottobre l’Istat ci ha raccontato di come la spesa pro-capite per gioco e scommesse, nel nostro Paese, sia di nemmeno 4€ al mese a famiglia, segno che forse la battaglia ideologica intrapresa da molte parti politiche contro questo settore potrebbe essere meglio focalizzata sul gioco illegale. A giugno, l’Agenzia Dogane e Monopoli ha ufficializzato le 67 licenze di gioco erogate agli operatori che ne hanno fatto richiesta.
Ancora segnali contraddittori a fine anno: a fronte di convegni tra le parti con prove generali di dialogo, infatti, a novembre l’esecutivo ha reso note alcune bozze di intervento per la modifica nelle norme di erogazione e durata delle concessioni di gioco, che dovrebbero essere più rigide.
Il resto del mondo, tra nuove norme e lotta alle combine
Anche negli altri Paesi, però, il 2019 è stato segnato da novità importanti per quanto riguarda le normative e le leggi legate alle scommesse online. Lo stato più in subbuglio, da questo punto di vista, è la Germania, dove quest’anno sono stati messi a punto i nuovi requisiti per la concessione delle licenze, con un iter molto complesso legato alla struttura federale dello stato. Spagna, Svezia, Danimarca e Olanda, così come il Regno Unito, stanno comunque tutti affrontando cambiamenti più o meno sostanziali nella legislazione, nonché nei regimi di tassazione e nelle forme di pubblicità e partnership con le società sportive.
L’altro grande tema dell’anno è stato poi, come di consueto, la lotta per un gioco pulito e il contrasto al match fixing. La nostra Guardia di Finanza ha diramato, a dicembre, il rapporto annuale sugli interventi anti-combine messi in atto negli ultimi 12 mesi. A livello europeo e mondiale, poi, si sono verificati numerosi casi di frode (ma numericamente meno che nel 2018) soprattutto nel tennis. Nel calcio, però, in Belgio, lo scandalo ha colpito la storica società del Malines, retrocessa d’ufficio proprio per una serie di incontri truccati.
A livello di associazioni e enti dediti alla lotta dei fenomeni malavitosi, è da segnalare l’importante cambio strategico messo in opera da ESSA: l’agenzia europea per l’integrità nello sport, infatti, è “diventata grande” estendendo il suo raggio d’azione a livello globale e cambiando nome in IBIA (International Betting Integrity Association). Un rinnovamento non solo formale ma di sostanza, visto che in questo modo l’ente potrà contare su molti più mezzi per monitorare gli eventi sportivi. La UEFA, dal canto suo, per voce del suo Presidente, Aleksander Ceferin, invoca la creazione di una agenzia europea per la lotta al match fixing e alla pirateria nella gestione dei diritti tv sul calcio.
In tutto questo, gli USA hanno festeggiato (con bilanci in media più che positivi) l’anno intercorso dalla liberalizzazione del mercato scommesse e gioco, dopo che la Corte Suprema ha dichiarato l’incostituzionalità del PASPA, la legge del 1992 che rendeva di fatto illegali betting e casinò in quasi tutto il Paese.