Scommesse in Italia: il governo Draghi non toglie il lockdown

Non sono certo le circostanze migliori, tra una pandemia che non accenna a diminuire e le difficoltà economiche, per reggere una nazione. Eppure, l’Italia ha da febbraio un nuovo governo, guidato da Mario Draghi. Quali sono i piani del nuovo esecutivo per un settore in grande difficoltà come quello delle scommesse (online e in agenzia)?

Ancora niente riapertura, per le agenzie scommesse

Ragazzi e ragazze esultano, un pallone, uno smartphone e la bandiera italiana

I piani del governo Draghi per il settore scommesse? Ancora non pervenuti.

Anche i più esperti commentatori politici si dividono, in merito alla scelta, voluta fortemente da Matteo Renzi e dal suo raggruppamento Italia Viva, di togliere la fiducia al governo Conte II e provocare una crisi politica in un periodo reso complicatissimo dalla pandemia di covid-19 che non solo non accenna a diminuire ma continua a preoccupare a causa delle numerose e pericolose varianti.

Il risultato più evidente del precipitare della situazione è stato la formazione di un nuovo governo, composto da quasi tutte le forze politiche e guidato da una personalità di grande prestigio come quella di Mario Draghi, che ha prestato giuramento come Presidente del Consiglio lo scorso 13 febbraio.

Nonostante il grande favore di quasi tutte le componenti sociali ed economiche (specialmente banche e Confindustria) per la nuova coalizione di governo, le prime decisioni del nuovo premier sembrano già scontentare qualcuno, e nello specifico il settore che a noi più interessa, quello delle scommesse sportive.

Già, perché gli ultimi decreti hanno sancito il prolungamento del lockdown per tutti i betting shop, le ricevitorie e le sale gioco e scommesse almeno fino al prossimo 6 aprile, stante la grave situazione sanitaria nel nostro Paese. In seguito a questi nuovi provvedimenti, agenzie, sale gioco, casinò e bingo, in Italia, arriveranno a “festeggiare” l’anno di forzata inattività, con conseguenti risultati catastrofici per tutta la filiera. Nessuna restrizione, invece, naturalmente, per il comparto online.

Le proteste dei lavoratori del settore

Le decisioni dei governi succedutisi negli ultimi mesi hanno provocato una situazione di grandissima sofferenza soprattutto per i lavoratori impiegati nel settore delle scommesse, e in particolare ovviamente nelle agenzie fisiche. Nelle scorse settimane, Milano e Roma hanno ospitato le proteste delle sigle sindacali di riferimento, che hanno chiesto al governo di togliere al più presto le restrizioni.

Sono 150.000, per una stima complessiva di 400.000 nuclei familiari coinvolti, gli addetti del settore costretti a rimanere a casa, spesso perdendo anche l’occupazione, a causa della chiusura forzata dei betting shop. Le associazioni di settore stanno premendo sul nuovo esecutivo perché il lockdown sia eliminato per lo meno nelle cosiddette zone gialle, dove i tassi di diffusione del covid-19 sono minori.

Nelle loro proteste, i lavoratori del settore hanno testimoniato la crisi del comparto, che vede molte aziende in prossimità del punto di non ritorno, e hanno accusato il precedente governo di avere colpevolmente dimenticato un intero ramo produttivo del Paese, che contribuisce in tempi ordinari all’ingresso nell’erario statale di 4.5 miliardi di euro.

Anche i gestori dei betting shop lamentano di essere stati dimenticati dalle istituzioni, anche considerando il fatto che ad alcune strutture ricettive e turistiche, naturalmente nelle zone con meno contagi, è stato invece consentito di riaprire. Per ora però dal nuovo esecutivo non c’è stato alcun tipo di feedback alle sollecitazioni delle associazioni di categoria.

L’altro grande tema per il governo di Mario Draghi, per il quale peraltro il neopremier ha incassato una fiducia così estesa, è poi la gestione del cosiddetto Recovery Fund, ovvero il pacchetto da 250 miliardi di euro che l’Unione Europea destinerà all’Italia per risollevarsi dalla crisi provocata dal coronavirus. Come verranno impiegati questi soldi, e incidentalmente in quanta parte verranno destinati anche al settore del gioco, è ancora un punto di domanda, nonostante sia stata una delle grandi ragioni per cui il precedente governo è caduto.

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