Scommesse ippiche trascinate nel 2023 dal gioco a quota fissa
Il mondo delle scommesse ippiche chiede a gran voce una riforma per adeguare il settore ai tempi, anche da un punto di vista erariale. Nel frattempo, il gioco a quota fissa è sempre più cruciale.
2024: il gioco a quota fissa trascina l’Ippica
La pubblicazione dei dati riguardanti la raccolta delle scommesse ippiche, relativamente ai primi 4 mesi del 2024, è occasione per qualche riflessione sul settore. Il mondo delle corse dei cavalli vive in Italia una crisi ormai di lungo corso, intimamente legata a quella delle scommesse ippiche. I numeri stavolta sono confortanti, perché in leggera crescita: il volume globale passa da 230,44 a 232,89 milioni di euro.In termini percentuali si tratta di un +1,1%, mentre il dato del gettito erariale del settore è sostanzialmente identico (41,73 milioni contro i 41,66 dello stesso periodo dell’anno scorso). Quello che cambia profondamente è invece la distribuzione del denaro giocato. Le scommesse a quota fissa rappresentano sempre più il traino del settore, con un movimento passato da 178 a 186 milioni di euro.
E se il dato appena letto non vi impressiona, sappiate che rappresenta l’80% del turnover totale del settore. Davvero curiosa la parabola e gli equilibri di questo comparto, visto che le scommesse ippiche nascono come gioco a quota fissa, mentre è molto più recente la variante del gioco a totalizzatore. Quest’ultimo però appare assai in sofferenza, oltre a rappresentare una sorta di doppione che forse disincentiva nuovi giocatori.
Il futuro dell’ippica e delle sue scommesse
In un momento in cui sembra che il settore sia riuscito a fare avviare una sorta di stagione delle riforme, è pur vero che il recente riordino del gioco online non ha trattato in profondità il comparto ippico e le sue specificità. Da tempo si parla della necessità di una riforma globale delle scommesse, e i dati sopra citati sembrano confermarlo.
Gli operatori chiedono interventi su più livelli, per garantire un futuro migliore e più sostenibile al settore. In primis, un tema ricorrente è quello dell’ abbassamento del prelievo sulle scommesse, in particolare appunto di quelle a quota fissa. Data la sua rilevanza sul volume di gioco del comparto, è possibile che si arrivi a un accordo per una diminuzione “a scaglioni”, in modo che il gettito erariale resti costante.
Un altro aspetto che diventa di sempre maggiore urgenza è quello invece di una riforma tecnologica. Il Ministero dell’agricoltura (Masaf), oltre a proporre la già citata riforma fiscale del comparto, si sta facendo promotore della creazione di un totalizzatore unico. Oltre alla possibile confusione che le due raccolte (quota fissa e totalizzatore) possono creare soprattutto nei meno esperti, ne gioverebbe anche la gestione operativa del settore.