Sisal campione di solidarietà: 700 ore di volontariato nel 2022
La responsabilità sociale è un richiamo sempre più forte per le aziende dell’industria del gioco pubblico. L’ultima lieta novità arriva da Sisal, che ha reso noti i numeri di WeDo, il suo progetto di solidarietà.
WeDo, la solidarietà viaggia dentro Sisal
Si chiama WeDo ed è il programma di solidarietà aziendale di Sisal, che ha reso noti alcuni numeri molto interessanti sull’attività svolta nell’anno solare 2022. Il programma, nato per iniziativa di alcuni dipendenti nel 2017, e subito sposato dall’azienda, ha concesso a ogni dipendente la possibilità di utilizzare fino a 4 ore lavorative al mese per partecipare a progetti di volontariato tra onlus, no-profit e altro.
Da ciò è nata una piattaforma pensata proprio per orientare al meglio tra le varie opzioni e farsi un’idea del “dove” e “come” attivarsi per dare concretamente una mano. Il programma WeDo si basa su tre pilastri: volontariato aziendale (individuale o di gruppo), sostegno alle comunità locali e una parte dedicata ai contributi alle campagne di raccolta fondi.
Ad oggi, nonostante un periodo di stop dovuto al Covid, si è creato un network di circa 30 associazioni e onlus, e oltre 45 progetti sul territorio nazionale, che nel solo anno solare 2022 hanno ricevuto qualcosa come 700 ore di volontariato da parte del personale di Sisal. Numeri importanti, che raccontano di un vero e proprio ecosistema di solidarietà.
Perché il gaming deve essere solidale
Dal sostegno alle donne in difficoltà, a iniziative di solidarietà per paesi colpiti da guerre (come l’Ucraina) o terremoti (come Siria e Turchia), il programma WeDo cerca di muoversi in più direzioni. Una di queste, molto importante, è la raccolta fondi per scopi sociali, e infatti la piattaforma è stata recentemente partner del Festival del Fundraising, tenutosi a Riccione nel giugno scorso.
Le ragioni per cui le aziende dell’industria del gioco si stanno distinguendo da qualche tempo nel campo della solidarietà sono abbastanza comprensibili. Da un lato, c’è il bisogno di una legittimazione sociale che ricordi a certe parti ostili dell’opinione pubblica che le aziende del gaming sono fatte di persone normali, che vivono il proprio tempo, la quotidianità e i problemi come tutti.
Dall’altro lato, le aziende del gaming hanno preso coscienza del fatto che il futuro di questa industria può esistere solo nel nome di una reale sostenibilità sociale. Un gaming che punta forte sul gioco come svago sano e cerca di arginare fenomeni di derive patologiche, è un gaming che merita una giusta considerazione sociale.