Sole 24 Ore: nessuna relazione tra reddito e propensione al gioco

“Non c’è una zona specifica del Paese in cui si concentri in particolar modo la correlazione tra raccolta alta e redditi bassi”. È questa la conclusione evidenziata dal “Sole 24 Ore” a seguito di uno studio sulla distribuzione della raccolta del gioco pubblico in Italia in relazione al reddito degli italiani.

Non c’è relazione tra basso reddito e alta propensione al gioco

Delle banconote da 10€ e una schedina del lotto

Smentito il luogo comune che chi guadagna meno scommette di più. ©shutterstock.com

La mappatura del gioco d’azzardo, realizzata dal quotidiano economico attraverso InfoData, ha smentito l’opinione diffusa secondo la quale nei luoghi in cui si registra un reddito minore ci sia anche una maggiore propensione a scommettere.

La mappa, a livello comunale, è stata realizzata incrociando i dati delle dichiarazioni Irpef 2017 (relative dunque al 2016), disponibili sul sito del Ministero Economia e Finanza, e i dati della raccolta gioco del primo semestre 2017 forniti dalla stessa Agenzia delle Dogane e Monopoli a InfoData 24. In questo lasso di tempo gli italiani hanno puntato circa 37 miliardi di euro. Una cifra che prende in considerazione la spesa, ovvero i soldi effettivamente sborsati dagli italiani, e le vincite ripuntate.

Obiettivo della ricerca è quello di individuare eventuali zone in Italia in cui si gioca tanto ma si guadagna relativamente poco. Tali zone sono colorate in nero sulla mappa ottenuta e sono concentrate in diverse parti d’Italia. L’eccezione più grande, con concentrazioni maggiore di zone nere, è rappresentata però dall’area del Delta del Po, dove la quota di denaro pro capite puntata al gioco d’azzardo è superiore alla media nazionale ed il reddito è invece inferiore. Altre zone colorate di nero (raccolta alta, reddito basso) sono rilevabili nel Lazio, Campania, Abruzzo, ed in alcune zone di Puglia e Calabria.

I territori colorati con tonalità di blu sono quelli in cui la raccolta è inferiore alla media nazionale di 610, 30€ pro capite, in arancione invece quelli in cui tale dato è superiore alla media. Come si evince dalla mappa, i territori con una raccolta superiore alla media sono distribuiti in tutto il Paese. La concentrazione di tali zone sembra essere minore nel Mezzogiorno, mentre è lievemente maggiore nella riviera Adriatica tra Veneto e Marche.

Le conclusioni

Dallo studio effettuato si evince come non esista una zona del Paese in cui si concentri particolarmente la correlazione tra redditi bassi e raccolta alta. Sono invece diversi i comuni in cui si affianca una raccolta alta ad un reddito nella media.

In alcune zone, come Roma e diverse città della Lombardia, si nota inoltre come ad un reddito superiore alla media si abbini una raccolta altrettanto alta. Si tratta dunque di zone, queste ultime, in cui si scommette tanto ma c’è anche un reddito tale da poterselo permettere.

Lo studio ha una valenza statistica, mentre sul piano dei “singoli” il discorso è più complesso. Difficile infatti risalire ad eventuali “buchi” nelle dichiarazioni dei redditi, dei quali le statistiche non possono tener conto. A sfuggire a tale analisi anche tutti i proventi confluiti nei giochi illegali, ancora molto diffusi in Italia e senza alcun tipo di controllo.

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