SPID obbligatorio per accedere ai siti per adulti? Tutta la verità
Nel 2025 potrebbe essere necessario utilizzare lo SPID per accedere a siti sensibili in cui è necessario dimostrare di essere maggiorenni. Un tema discusso e molto importante su cui è necessario fare chiarezza.
Lo SPID per spiarci? Ecco come stanno le cose
Le linee guida stabilite da Agcom in attuazione delle disposizioni contenute nel Decreto Caivano in materia di protezione dei minori stanno facendo discutere prima ancora di essere messe nero su bianco. Si tratta di qualcosa di cui del resto si parla ormai da tempo, e che nel 2025 dovrebbe finalmente vedere la luce anche grazie all’utilizzo dell’identità elettronica.
Il tema della tutela dei minori è del resto tutt’altro che banale, e anzi deve essere preso estremamente sul serio perché parliamo letteralmente del nostro futuro. La proposta formulata da Agcom, arrivata dopo varie consultazioni con associazioni di consumatori ma anche con il Garante per la Privacy, impone la verifica certa della maggiore età compiuta per avere accesso a determinate categorie di siti definiti “sensibili”.
La proposta è stata inizialmente formulata per le piattaforme con contenuti a luci rosse, da sempre considerati per adulti, ma è stata ovviamente estesa anche ai siti di scommesse e, più in generale, di gioco d’azzardo. Al momento i primi chiedono già l’età agli utenti che ne usufruiscono, ma di fatto si tratta di una sorta di autocertificazione che ovviamente non offre alcuna garanzia di veridicità.
Cosa dice Agcom sull’obbligo dello SPID
Le linee guida stabilite in vista del 2025 sono al vaglio della Commissione Europea in materia, e naturalmente hanno creato molte discussioni nel momento in cui è stata tirata in ballo l’identità digitale e il diritto all’anonimato. In merito è dunque intervenuta la stessa Agcom, con l’intenzione di sgombrare il campo da malintesi e possibile disinformazione.
A far chiarezza ha pensato direttamente il commissario Agcom Massimiliano Capitanio, recentemente protagonista nelle cronache anche per la lotta alla pirateria nel calcio, con un post su LinkedIn. Precisando che i meccanismi di verifica dell’età sono tra le priorità anche dell’UE e precisamente nel Digital Services Act, Capitanio ha affermato che la direzione è quella di garantire il requisito di riservatezza “rafforzata”.
Si tratta di tutelare da un lato il minore e dall’altro la privacy dell’adulto nell’esercizio delle proprie soggettive preferenze, scopo per il quale Agcom ha scelto il modello del cosiddetto “doppio anonimato”, su cui dovranno lavorare sia le istituzioni che i siti che offrono tali servizi. La verifica potrebbe avvenire tramite SPID, ma anche Carta d’Identità Elettronica (CIE) o il futuro IT Wallet, e proteggerà sempre l’identità dell’utente.