Svezia, crolla il numero degli scommettitori: è crisi del gioco?

La Gaming Authority svedese ha diramato i dati relativi alla partecipazione a gioco e scommesse negli ultimi dodici mesi. Il risultato è scoraggiante: nel 2019 il numero degli svedesi che hanno scommesso è sceso del 6%, con un trend negativo che si protrae ormai da quasi sette anni. E inoltre i bookies non pagano le sanzioni ricevute.

Svezia, in forte calo l’amore della popolazione per le scommesse

La bandiera della Svezia

Calano gli scommettitori in Svezia, inferiori del 6% rispetto a un anno fa.

Sono dati preoccupanti, quelli che la SGA (Sweden Gambling Authority), l’ente regolatore di scommesse e gioco svedese, ha reso noti nei giorni scorsi. Secondo il report commissionato dall’agenzia all’azienda di rilevamento dati Novus, infatti, nel 2019 il 60% dei connazionali di Zlatan Ibrahimović ha scommesso almeno una volta durante l’anno. Quello che sembrerebbe un dato tutto sommato positivo, in realtà non lo è: si tratta infatti di un 6% in meno rispetto al 2018, e soprattutto di un trend in calo costante dal 2013, quando la percentuale degli svedesi che aveva piazzato almeno una giocata era del 70%.

L’indagine, condotta su un campione di 1.600 persone, ha mostrato anche un altro dato negativo: il 4% degli scommettitori online, infatti, ha dichiarato di aver giocato su siti illegali o comunque privi della licenza di gioco della SGA. Tra gli operatori legali, invece, in testa al gradimento dei cittadini del Paese scandinavo risulta il bookie locale Svenska Spel, scelto dal 63% dei partecipanti al sondaggio. A grandissima distanza segue un altro operatore svedese, ATG, fermo però al 17%. Il terzo gradino del podio è occupato da bet365, con un dato percentuale però davvero basso (il 4%). A seguire, ecco Unibet (3%) e quindi Mr. Green e Betsson, entrambi all’1%.

Da un altro sondaggio, condotto dall’associazione di settore Sper, è risultato che il gradimento dell’industria scommesse in Svezia è comunque molto positivo: il 57.9% dei partecipanti, infatti, si è dichiarato soddisfatto dell’esperienza di gioco con i bookmaker operanti nel Paese. Si tratta di una crescita nel gradimento del 2.2% rispetto a dodici mesi prima. La fiducia nell’industria del betting è anch’essa in crescita: il 60.7% degli scommettitori, pari a un +0.2% rispetto al 2018, sostiene che quello scandinavo è un comparto del gioco sano.

Il problema dei ricorsi contro le sanzioni

Il mondo delle scommesse, in Svezia, ha anche un’altra grana da affrontare. La SGA ha infatti reso noto che, nonostante dal gennaio di quest’anno siano state 18, le sanzioni comminate ai bookmaker operanti nel Paese, solo uno di questi ha poi effettivamente pagato la multa ricevuta. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, i bookmaker sono ricorsi in appello, portando il caso davanti alla giustizia svedese.

Solo l’operatore locale Paf ha scelto di non contestare la sanzione ricevuta, di circa 9.500€, comminata all’inizio di quest’anno per non aver ottemperato entro i tempi previsti all’iscrizione allo Spelpaus, il registro di autoesclusione dal gioco. Naturalmente, e la SGA l’ha sottolineato in una nota ufficiale, il così alto numero di ricorsi rappresenta una fastidiosa distrazione di tempo e risorse economiche dall’attività ordinaria della Gambling Authority.

Un portavoce dell’agenzia ha infatti dichiarato che c’è molta sorpresa per il così alto numero di ricorsi, e che sarebbe stato assai meglio se gli operatori avessero fatto lo sforzo di capire il senso della legge, anziché semplicemente contestarla. La SGA raccomanda infatti sempre ai bookmaker di non rischiare di violare le norme, in casi dubbi a proposito di determinati aspetti della legislazione, invece di forzare la mano e rischiare di incappare in sanzioni che poi vengono contestate.

Le più frequenti motivazioni delle sanzioni sono state due: errori nella connessione al registro unico di autoesclusione ma anche presenza di mercati (per lo più su partite di calcio) che non rispettavano il divieto di scommessa per i minori di 18 anni. La SGA, in precedenza, aveva comunicato che si sarebbe comunque affidata alla giurisprudenza, invece di pubblicare aggiornamenti periodici sulle normative, e questa decisione era stata molto contestata, proprio per un approccio considerato troppo conflittuale, da gran parte dei siti scommesse operanti nel paese scandinavo.

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