UK: un bando alle sponsorizzazioni dei bookmaker? No grazie!

In Inghilterra si parla di una proposta per vietare la sponsorizzazione da parte dei bookmaker nello sport, a tutti i livelli. Forte la contrarietà della English Football League. Secondo una delle leghe calcio inglesi, il bando farebbe perdere quasi 45 milioni di sterline all’anno ai club dalla Championship in giù.

La proposta del bando alle sponsorizzazioni dei bookie

Il logo della EFL, un calciatore e la bandiera del Regno Unito

In Inghilterra, levata di scudi contro il ventilato blocco alle betting partnership.

La scorsa settimana, la Camera dei Lord inglese ha reso noto un report, dal titolo “Gambling Harm – Time for Action” (“Disturbi del gioco – Tempo di agire”), che si propone di rendere più rigido il contesto normativo legato a betting e gioco in Gran Bretagna.

Composto da circa una settantina di raccomandazioni, come sono state definite, il report propone tra queste anche il bando progressivo alle sponsorizzazioni, da parte dei bookmaker e casinò, dei club delle massime divisioni calcistiche britanniche. Da istituire gradualmente partendo dai livelli più bassi fino alla Championship, immediatamente sotto la Premier League, il bando dovrebbe avere effetto dal 2023.

La forte contrarietà della EFL

In seguito alla pubblicazione del report da parte della House of Lords, non è tardata a farti sentire la voce decisamente critica della EFL (English Football League), la lega calcio che presiede le tre divisioni sotto la Premier League, che si oppone fortemente a questa proposta.

Se venisse messa in atto, infatti, secondo la EFL minaccerebbe la stabilità finanziaria della maggior parte dei club iscritti alla lega. I betting partner, infatti, contribuiscono ogni anno con una cifra di più di 40 milioni di sterline (circa 45 milioni di euro) ai bilanci della lega stessa e delle società che ne fanno parte.

In questi mesi segnati dall’emergenza-coronavirus, molti club appartenenti alla EFL hanno parlato di ingenti problemi finanziari causati loro dalla sospensione dell’attività sportiva. Il Wigan Athletic, club che milita in Championship, è entrato la scorsa settimana in regime di amministrazione controllata, appena sopra la bancarotta, e il covid-19 è stata una delle cause di questa decisione.

In una nota ufficiale, la EFL ha stigmatizzato il fatto che, in un periodo di gravi complicazioni finanziarie per tutti i club, i 40 milioni di sterline annui che entrano nelle casse della lega sono fondamentali per il sostentamento dell’intero sistema-calcio in Inghilterra.

La soluzione, secondo la English Football League, non è nel bando delle sponsorizzazioni, ma nel migliorare ancora di più l’approccio collaborativo già esistente oggi tra mondo del calcio e settore del betting per prevenire i fenomeni di gioco compulsivo. Unire gioco responsabile e bisogni economici dello sport, secondo la EFL, è più efficace di “un brutale bando indiscriminato”, come è stata definita la proposta del report.

Da parte della lega, si sottolinea l’intento comunque collaborativo, per trovare una soluzione condivisa alla piaga delle ludopatie che tenga conto anche delle esigenze del mondo dello sport. Il dialogo tra le parti è, secondo la nota della EFL, fondamentale per trovare un degno compromesso.

A sorpresa, il mondo del betting è favorevole al bando

Se l’opposizione alla proposta di bando delle sponsorizzazioni dei bookie da parte della EFL è tutto sommato prevedibile, meno scontata è stata la reazione di alcuni importanti esponenti del settore del betting britannico, che si sono dichiarati favorevoli al bando.

Da parte di GVC Holdings, ad esempio, un vero colosso del betting, che controlla tra gli altri il marchio Ladbrokes-Coral, sono arrivati applausi alla proposta: questo piano, si sottolinea, si armonizzerebbe alla perfezione con Changing for the Bettor, l’iniziativa di sensibilizzazione al gioco responsabile del brand. Lo scorso luglio, GVC ha eliminato la presenza dei suoi marchi sui cartelloni pubblicitari a bordo campo in tutta l’Inghilterra.

L’associazione di categoria dei bookmaker inglesi, il Betting and Gaming Council (BGC), ha invece preferito sottolineare gli sforzi autonomamente messi in campo dagli operatori per ridurre la pubblicità legata alle scommesse negli sport, difendendo allo stesso tempo il legame sano tra betting e attività sportiva.

Attraverso il suo amministratore delegato, Michael Dugher, BGC ha espresso soddisfazione per il riconoscimento, da parte del report governativo, dell’importanza delle sponsorizzazioni dei bookmaker, nonché della mancanza di una connessione concreta tra pubblicità dei siti scommesse e gioco problematico.

Il CEO di BGC ha continuato spiegando la posizione della sua associazione:

Le scommesse non sono solamente un supporto vitale per lo sport, ma anche la possibilità per i media di offrire sempre più contenuti sportivi. Più del 50% dei ricavi dei nostri iscritti arrivano dal betting sullo sport: a loro volta questi ricavi tornano allo sport sotto forma di diritti tv, pubblicità e sponsorizzazioni.Michael Dugher, CEO, Betting and Gaming Council

Dugher ha anche aggiunto:

I nostri soci hanno fatto un grande sforzo per adeguare la loro comunicazione pubblicitaria: l’introduzione di un segnale acustico durante gli spot, la sospensione completa delle pubblicità durante il lockdown e ora l’impegno a inserire una quota fissa del 20% di messaggi sul gioco responsabile nei loro spot.Michael Dugher, CEO, Betting and Gaming Council

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