Un anno di scommesse: il 2018 dell’industria italiana del betting

Tra fusioni di colossi dell’industria del betting e cambiamenti epocali nella regolamentazione del settore, il 2018 è stato un anno cruciale per il settore delle scommesse in Italia e nel mondo. Dalla nascita di gruppi come Paddy Power-Betfair o Snaitech-Playtech passando per l’abolizione del PASPA negli Usa, per arrivare al Decreto Dignità targato Di Maio, riviviamo insieme tutte le tappe più importanti di questi ultimi 12 mesi.

Le principali fusioni tra i colossi del betting in Italia e nel mondo

Un pallone da calcio sul prato in uno stadio e la scritta Industria scommesse 2018

Le principali tappe dell’evoluzione del betting nel 2018.

Il 2018 ha visto molti cambiamenti nel panorama societario dell’industria delle scommesse. L’anno si è aperto con la fusione avvenuta tra due dei più importanti bookmaker di Irlanda e Regno Unito, Paddy Power e Betfair, con l’insediamento il 7 gennaio dell’amministratore delegato unico Peter Jackson. In seguito a questo affare Paddy Power si è ritirato dal mercato italiano, lasciando Betfair come unico marchio del gruppo attivo nella Penisola.

Una fusione importante ha riguardato uno dei principali attori del betting italiano, SNAI, che nel corso del 2017 già si era fusa con Cogetech diventando ufficialmente Snaitech. Durante il mese di aprile infatti la storica società di Lucca è stata acquisita dal gigante britannico Playtech. Solo il tempo dirà se il nuovo accento british voluto dall’ad Schiavolin sarà vincente oppure no.

Aprile è stato anche il mese dell’importante acquisizione di Ladbrokes-Coral da parte di GVC Holdings. In questo caso si è trattato di un’operazione davvero monstre, costata più di 4 miliardi di sterline, che ha portato alla creazione del gruppo più importante al mondo nel settore giochi. Partypoker, Gioco Digitale, bwin e Eurobet sono solo alcuni dei marchi del nuovo colosso presenti anche in Italia.

Per restare nel nostro Paese, a luglio è avvenuta l’acquisizione di Goldbet da parte di Gamenet per la cifra di 265 milioni di euro, ben lontana dai numeri di GVC, ma comunque importante, perché ha portato alla creazione del primo polo del betting tutto italiano.

Le novità del comparto a livello di regolamentazione in Italia e nel mondo

Nel corso di quest’anno che sta per concludersi sono cambiate tante cose nel settore scommesse anche a livello legislativo. Dopo due anni ad aprile ADM ha riaperto il bando per presentare la richiesta di nuove concessioni per i giochi online. Le richieste ricevute sono state 80, presentate da 70 società diverse, che hanno generato introiti per 16 milioni di euro.

Nel frattempo, dall’altra parte dell’oceano, negli Stati Uniti per la precisione, teneva banco il dibattito sull’opportunità di abolire il PASPA, la legge federale che vietava (con poche eccezioni) il gioco d’azzardo e le scommesse sportive sul territorio statunitense. A maggio, la sentenza favorevole della Corte Suprema ha dato il via ad un cambiamento epocale. New Jersey, Mississippi, Pennsylvania, Rhode Island e West Virginia sono stati tra i primi ad approfittare dell’apertura, stringendo accordi con colossi del betting anche europei, come IGT e William Hill.

Se dall’altra parte dell’Atlantico il mondo delle scommesse andava verso una crescente liberalizzazione, politiche di segno opposto venivano contemporaneamente portate avanti dal nuovo governo in carica in Italia. Il cosiddetto Decreto Dignità, voluto dal Movimento 5 Stelle ed entrato in vigore a luglio, ha proibito qualsiasi forma di pubblicità del gioco d’azzardo a decorrere dal 1. gennaio 2019. Reazioni molto negative da parte del settore scommesse e dal mondo del calcio non si sono fatte attendere e un rinvio dell’applicazione del decreto di almeno sei mesi è attualmente ancora sul tavolo delle trattative.

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