Vertenza Stanleybet, la Cassazione sospende gli accertamenti di ADM
Dopo la sentenza della Commissione Tributaria di Parma del 26 novembre, che demandava alla Corte di Giustizia Europea la decisione definitiva in merito alla riscossione dell’imposta unica scommesse relativa ai Centri Trasmissione Dati affiliati a Stanleybet, la Corte di Cassazione ha stabilito che si dovrà attendere il pronunciamento europeo prima di procedere alla riscossione della medesima imposta, ma relativamente a un accertamento sugli anni 2007-2012, da parte di ADM.
Una diatriba che si protrae da quasi vent’anni
Quella tra Stanleybet e le autorità di controllo su gioco e scommesse sportive è una diatriba che si inserisce in una più grande e complessa vertenza, che trova origine addirittura nel 2000, ovvero quando fu bandita la prima gara per le scommesse sportive in Italia. L’operatore britannico, che fin da subito voleva intervenire nel nostro mercato, si è visto ostacolato da una serie di norme, contrarie al diritto europeo, volte a favorire gli operatori dominanti nel settore. Le varie sentenze, facendo valere la prevalenza del diritto europeo su quello nazionale, hanno sempre assolto i Centri Trasmissione Dati (CTD) collegati a Stanleybet.
In questa vicenda si inserì poi, nel 2011, l’obbligo sancito per i CTD del bookie anglosassone di pagare l’imposta unica scommesse, un fatto ritenuto da Stanleybet discriminatorio in quanto non richiesto ad alcun altro concessionario, nonostante la Magistratura avesse più volte determinato come le operazioni del bookie dalla grande “S” si svolgessero, in Italia, in maniera perfettamente legale. Il 26 novembre scorso, la Commissione Tributaria di Parma ha stabilito che deve essere la Corte di Giustizia Europea a dipanare la questione, perché l’imposta unica sembra avere più il carattere di una sanzione mascherata che di una normale tassa.
L’accertamento di ADM e la decisione della Corte di Cassazione
Parallelamente a questa diatriba, l’Agenzia Dogane e Monopoli aveva deciso un accertamento sul pagamento, da parte di Stanleybet, dell’imposta unica scommesse per gli anni dal 2007 al 2012. Anche in questo caso il sito scommesse britannico aveva fatto appello, ma il primo grado di giudizio tributario e la Commissione Regionale lombarda avevano sancito la legittimità dell’azione di ADM, permettendo così di dare il via alla riscossione. La V sezione civile della Corte di Cassazione (nella foto a destra, ndr) ha invece accolto l’ulteriore appello del collegio difensivo di Stanleybet bloccando il recupero dell’imposta unica e frenando così il meccanismo dell’Agenzia, creato appositamente per riscuotere l’imposta non versata dai gestori di agenzia senza concessione statale.
Alla base della decisione della Corte di Cassazione c’è proprio la sentenza di rinvio alla Corte di Giustizia Europea dello scorso novembre, relativa peraltro anche alle concessioni del Lotto: nonostante infatti essa si riferisca a un tema diverso, si legge nelle motivazioni, è opportuno attendere l’esito della decisione che verrà preso a Lussemburgo, sede della Corte, e sospendere, almeno provvisoriamente, la riscossione del tributo, in quanto appare rilevante e fondata l’obiezione posta dagli avvocati Daniela Agnello e Fabio Ferraro, legali di Stanleybet. I due giuristi hanno sottolineato come anche altre Commissioni Tributarie (Milano, Bari, Parma, Palermo, Roma e Cremona) avessero sospeso i giudizi in attesa delle decisioni lussemburghesi.