Calciomercato amarcord: i più grandi bidoni dei mitici Anni ‘90

Negli anni ‘90 la sentenza Bosman rivoluzionò il calciomercato, aprendo le porte della Serie A a tanti calciatori stranieri. Non tutti ebbero però fortuna in Italia: alcuni, come Bergkamp, Roberto Carlos, Vieira o Henry furono giudicati forse un po’ frettolosamente e rispediti al mittente, ma ebbero poi carriere sfavillanti in altri campionati. Per altri invece, arrivati nel nostro torneo con le stimmate dei campioni, il giudizio della Storia fu inequivocabile: bidoni senza esame di riparazione.

Gli affaroni dell’Inter di Moratti

Due bidoni dell’immondizia

Calciomercato: tanti i bidoni arrivati in Serie A nei mitici Anni ‘90.

L’Inter di Moratti portò a Milano diversi calciatori di cui si persero presto le tracce: il più rappresentativo di questi è forse Vampeta. Arrivato in pompa magna dal Corinhtians, il centrocampista brasileiro fu spedito al Psg dopo 8 scampoli non indimenticabili di partita. Come dimenticare poi i vari Domoraud, Caio e quel Ciriaco Sforza citato anche da Aldo, Giovanni e Giacomo in Tre uomini e una gamba?

Un altro che non ha lasciato rimpianti è stato Sebastian Rambert, “l’Avioncito” arrivato nel 1995 insieme a Javier Zanetti: non durò più di 4 mesi, a differenza del connazionale diventato una bandiera del club. Il decennio interista si chiuse in grande stile con l’acquisto nel 1999, mentre in Italia facevano la loro comparsa i primi bookmaker sul calciomercato, di Gilberto: endorsement di Ronaldo il Fenomeno e presentazione da campione, ma due sole presenze in nerazzurro per lui prima di un brusco ritorno in Brasile.

Il Milan di Galliani, il Condor che ci vedeva spesso storto

Anche sull’altra sponda del Naviglio i colpi di mercato non sono stati spesso azzeccatissimi. Merito di Adriano Galliani, detto “Condor” per alcuni colpi di mercato di pregevole fattura ‘opportunistica’, ma che i suoi buchi nell’acqua li ha fatti eccome. Tra il ‘96 e il ‘98 il Milan, che aveva dominato la prima metà del decennio sprofonda intorno la decima/undicesima posizione in classifica. Colpa anche di Galliani, che aveva provato a rinverdire i fasti dei tre olandesi portando a Milano i vari Reiziger, Bogarde e Kluivert (non contiamo Davids, per via dell’infortunio). Tre tulipani mai sbocciati in rossonero.

Di quel biennio va ricordato anche Christophe Dugarry. In forza al Bordeaux, insieme al compagno di squadra Zidane eliminò il Milan dalla Coppa Uefa ‘96. Galliani tra i due scelse Dugarry, lasciando Zidane alla Juventus. La Storia non gli ha dato ragione. Dei bei problemi Galliani li ha sempre avuti coi portieri: il peggiore di tutti fu un certo Jens Lehmann. Anche l’asse Atletico Madrid-Milan non ha mai portato fortuna: da José Mari (1999) ai più recenti Cerci e Torres, le premesse dell’acquisto di Correa non sono certo ottime.

Gli acquisti sbagliati della Juve di Moggi

Arrivato dal Napoli portando seco la fama di grande affarista, Luciano Moggi non si smentì negli anni torinesi. Qualche clamoroso buco nell’acqua comunque lo fece pure lui. In un’epoca nella quale gli acquisti si pagavano ancora in miliardi di lire, Big Luciano ne fece sborsare agli Agnelli ben 12 per assicurarsi i servigi di Juan Eduardo Esnaider, volitiva punta dell’Espanyol. 0 gol nella stagione 1999-2000 e biglietto di ritorno per la Spagna.

Un altro giocatore arrivato a Torino con grandi credenziali e fuggito dopo soli 9 mesi fu “El Chico” Juan Pablo Sorin, esterno argentino dalla chioma fluente. 2 presenze nel 1995-96 e ritorno in Argentina alla volta del River Plate. Moggi era convinto nel 1998 di continuare la grande tradizione dei francesi in bianconero con il centrocampista Jocelyn Blanchard, impacchettato e spedito al Lens a fine stagione senza grossi rimpianti.

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