Champions League: anche qui si ferma tutto per il coronavirus
Inevitabilmente, sebbene in ordine sparso e in ritardo rispetto all’Italia, a causa del coronavirus si ferma tutto il calcio. Niente Champions League oggi e domani, dunque, con le partite di Juventus e Napoli rinviate a data da destinarsi. Ma quali sono i possibili scenari, adesso, per l’edizione 2019/20 della Coppa dalle Grandi Orecchie?
Il rinvio delle gare di Juventus e Napoli
Sono quattro, le sfide di Champions League che si sarebbero dovute disputare questa settimana. Stasera, la Juventus era chiamata a una difficile ma non impossibile rimonta sul campo di casa contro l’Olympique Lione, capace all’andata di domare la Vecchia Signora grazie a un’ottima prestazione collettiva. Il Manchester City, invece, avrebbe dovuto difendere l’importantissimo 2-1 strappato al Santiago Bernabeu contro un Real Madrid imbrigliato dal tiki-taka di Guardiola.
Domani sera, invece, tutti gli occhi sarebbero stati rivolti sul Napoli: l’undici di Gattuso, dopo l’1-1 dell’andata (condito da non pochi rimpianti) contro il Barcellona, si sarebbe dovuto giocare tutto al Camp Nou contro Messi e compagni. Il Bayern Monaco, dal canto suo, era atteso a poco più che una formalità contro il Chelsea, dopo lo straripante 3-0 dell’andata a Stamford Bridge.
Tutto fermo a causa del coronavirus, purtroppo. Inevitabili i rinvii per bianconeri e partenopei: in casa Juve, Daniele Rugani è risultato positivo al virus, causando l’immediata quarantena per tutta la squadra; la chiusura delle frontiere in Spagna, d’altra parte, avrebbe impedito lo sbarco in Catalogna del Napoli, così come del resto la partenza del Real Madrid in direzione Inghilterra. Si pensava che la sfida tra tedeschi e Chelsea avrebbe potuto disputarsi almeno a porte chiuse, ma l’esplodere del virus in entrambi gli Stati ha suggerito saggiamente alla UEFA di evitare rischi.
Le conseguenze dei rinvii e i possibili scenari
Come facilmente immaginabile, la sospensione totale del torneo a causa dell’emergenza Covid-19 crea non pochi trambusti al mondo del calcio, visto che si unisce agli stop ai vari tornei nazionali (ultima la Premier League, tra i principali campionati) e al grande punto interrogativo rappresentato dai Campionati Europei, teoricamente in partenza il prossimo 12 giugno.
Il primo problema è dunque quello dell’intasamento dei calendari: il tempo a disposizione per completare le annate si accorcia e le varie federazioni stanno cercando di valutare le possibili opzioni. Una di queste prevederebbe proprio lo slittamento dell’Europeo al 2021, in modo da guadagnare tempo per completare i tornei nazionali, ma anche Champions ed Europa League.
Il problema è però: in che modo completare? L’UEFA è divisa: le varie posizioni oscillano tra una semplice sospensione, dopo la quale si riprenderà regolarmente recuperando le sfide rinviate, e soluzioni mutuate da sport come il basket, come la disputa di Final Four o Final Eight a gare secche. Il tutto, però, sarebbe anche in questo caso soggetto al rinvio degli Europei, soluzione che in questo momento appare davvero come il male minore.
Infine, ma non ultima per importanza, la questione economica. Il rinvio o comunque la sospensione della Champions League ha già fatto perdere a squadre e UEFA ingenti quantità di denaro, che verranno calcolate nell’ordine delle centinaia di milioni di euro, tra incassi saltati negli stadi, diritti televisivi, merchandising e indotto.
Naturalmente, tutto questo assume un’importanza relativa, in un tempo in cui il nostro Paese (ma del resto tutta l’Europa) sta fronteggiando una pandemia che si sta rivelando la più grande insidia al nostro continente dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma il calcio deve giustamente pensare anche a come ripartire quando questa difficile sfida sarà superata.