Come sono andate per l’Italia le Paralimpiadi 2024

La spedizione paralimpica italiana torna dalla Francia con un eccezionale bottino di successi e il medagliere migliore di sempre nella storia della competizione, giunta alla diciassettesima edizione. Tracciamo un bilancio.

La squadra azzurra riscrive la Storia

Si sono chiuse le Paralimpiadi di Parigi 2024 e i risultati della squadra italiana meritano davvero grandissima attenzione. L’obiettivo, prima della partenza per la Francia, era di avvicinare il fantastico record di piazzamenti arrivato a Tokyo 2020, quando l’Italia riuscì ad andare a medaglia addirittura per 69 volte.

Quel punto di riferimento, che sembrava un traguardo già particolarmente ambizioso, non solo è stato raggiunto, ma ampiamente superato. Gli oltre 140 atleti paralimpici italiani hanno infatti portato a casa ben 71 medaglie: 24 primi posti, 15 medaglie d’argento e 32 terzi gradini del podio.

Atleti paralimpici e logo di Parigi 2024

Come sono andate le Paralimpiadi 2024 per la spedizione azzurra

Con questo meraviglioso exploit l’Italia è riuscita a piazzarsi in sesta posizione nel medagliere, dietro a corazzate come Cina, Regno Unito, Stati Uniti, ma davanti a grandi protagoniste come la padrona di casa Francia, l’Australia, la Germania, il Giappone. La competizione in terra francese ha insomma sancito definitivamente, qualora ve ne fosse ancora bisogno, che il mondo dello sport paralimpico italiano è in grande forma e cresce esponenzialmente.

Luca Pancalli, presidente del comitato paralimpico italiano, chiaramente ostenta grande felicità nel commentare risultati che, oltre ai successi italiani, includono in generale una manifestazione per la quale gli organizzatori hanno venduto quasi due milioni e mezzo di biglietti: un risultato clamoroso.

Fra gli elementi di questa edizione da sottolineare, e che vanno al di là dei semplici successi sportivi, vale sicuramente menzionare la prima partecipazione di sempre ai Giochi Paralimpici di un’atleta transessuale, Valentina Petrillo, che anche se non è riuscita a conquistare una medaglia ha comunque portato a casa un risultato importante, dal punto di vista simbolico.

Da sottolineare anche la bella decisione dell’Italia nello scegliere i portabandiera per la cerimonia di chiusura dell’8 settembre. A sfilare con il tricolore non sono stati infatti due atleti medagliati, ma Dominiziana Mecenate, quarta nel nuoto 100 metri stile libero, e Ndiaga Dieng, anche lui protagonista di una bella gara nei 1500 metri di atletica, chiusa al quarto posto. Un segno che lo sport va festeggiato anche quando non riesce a conquistare la vittoria.

Nel segno del nuoto

Il nuoto è ancora una volta lo sport nel quale la nostra Nazionale porta a casa più successi. Addirittura da Parigi riportiamo a casa ben 37 medaglie, classificandoci, nello speciale medagliere dedicato alle discipline acquatiche, al terzo posto della competizione.

Straordinario come sempre Simone Barlaam, che ha conquistato due ori nei 50 stile libero e nei 100 farfalla, oltre alla medaglia d’argento nei 400 stile libero: a Tokyo aveva conquistato un oro, due argenti e un bronzo.

Mitica anche Carlotta Gilli, che si è imposta in cinque specialità diverse vincendo 200 misti e 100 farfalla, arrivando seconda nei 400 stile libero e prendendo due terzi posti nei 100 dorso e nei 50 stile libero. Grandissimo anche Manuel Bortuzzo, bronzo nei 100 rana.

Quattro ori, tre argenti e un bronzo dall’atletica, con la conferma di Assunta Legnante, capace di andarsi a prendere un’incredibile medaglia d’argento nel disco e un oro nel peso: la napoletana è diventata, con sei medaglie complessive, l’atleta più medagliata di sempre nella storia paralimpica italiana.

Grande successo anche per Rigivan Ganeshamoorthy, che oltre a vincere nel lancio del disco e ad aver stabilito un superlativo record mondo (27.06, il precedente record, stabilito nel 2017 dal brasiliano Andre Rocha, era di 23.80), è diventato anche un personaggio nazionale grazie al video di una sua simpaticissima intervista alla RAI diventato virale.

Ganeshamoorthy, con la sua spontaneità, ha avvicinato ancora di più il pubblico a questi giochi, dedicando la sua vittoria a tutti i disabili a casa. Da segnalare, nell’atletica, anche l’argento nel Triathlon di Veronica Yoko Plebani, mentre ha conquistato un bel bronzo nella scherma Bebe Vio e un grande argento nella crono di clismo Luca Mazzone.

Oro, e che oro, anche per Martina Caironi nei 100 metri piani, con Contrafatto terza e la sfortunata Ambra Sabatini caduta a pochi passi dal podio sicuro. Adesso, attenzione rivolta a Los Angeles 2028, nella speranza che prima o poi cada anche l’ultima distanza fra Olimpiadi e Paralimpiadi e che si possa finalmente vedere almeno una parte di questi atleti gareggiare insieme, nello stesso momento.

Sarebbe importante, anche se organizzativamente dispendioso, permettere sia al pubblico che agli atleti di avere dei Giochi Olimpici nei quali, ad esempio, alla finale dei 100 metri piani di atletica olimpici potesse seguire la medesima finale, ma della competizione paralimpica. È un sogno di cui si parla con sempre più frequenza, e chissà che nel 2032 non possa finalmente essere realizzato.

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