Diritti Serie A: nuovo accordo con DAZN e Sky, ma è bufera
Dopo una infuocata assemblea di Lega Calcio, è stato annunciato il rinnovo dell’accordo con DAZN e Sky per i diritti televisivi per un ulteriore quinquennio, fino al 2028/29. Ma non tutti i club erano d’accordo.
Diritti Serie A: con DAZN e Sky fino al 2029
Il 23 ottobre scorso è da segnare sul calendario come una giornata importante negli equilibri del calcio italiano. Si tratta, infatti, del giorno in cui i club di Serie A hanno votato, nell’assemblea della Lega Calcio, per il rinnovo dei diritti televisivi di trasmissione sul nostro massimo campionato di calcio. La decisione è stata infine quella di rinnovare l’accordo con DAZN e Sky.
Si tratta di un accordo della durata di 5 anni, leggermente al ribasso sul piano economico rispetto al precedente. Se infatti il contratto in vigore fino alla fine della presente stagione prevedeva un esborso di 927,5 milioni di euro annui, il nuovo costerà ai due network televisivi circa 900 milioni all’anno. Nei 5 anni previsti, i club percepiranno pertanto un totale di 4,5 miliardi di euro.
Dunque, un accordo al ribasso e che per Sky è pure migliorativo. Il colosso della Comcast, infatti, mantiene la co-esclusiva solo per 3 delle 10 partite di ciascuna giornata ma, contrariamente all’accordo precedente, potrà scegliere una partita migliore ogni 3-4 turni. Niente da fare per Mediaset, che sperava in una gara in chiaro, così come decade l’ipotesi di un canale della Lega Serie A.
De Laurentiis non ci sta: ecco perché
L’ipotesi di un canale di proprietà della Lega Calcio, che così avrebbe venduto direttamente i pacchetti agli utenti, magari con il supporto di qualche fondo di investimento o partner finanziario, piaceva molto ad alcuni club, in primis Napoli, Salernitana e Cagliari. Non a caso sono granata e rossoblù hanno dato voti contrari, mentre il Napoli si è astenuto.
Un’astensione, quella dei partenopei, che si palesa comunque come estremamente polemica, per bocca del suo presidente. Aurelio De Laurentiis ha bocciato il nuovo accordo, definendolo fallimentare poiché, a suo dire, farà morire il nostro calcio. Inoltre, secondo il presidente del Napoli è anche un accordo troppo lungo. Ma perché questo attacco? Forse c’entra anche la situazione patrimoniale del suo gruppo.
Il Napoli è infatti nettamente l’asset principale e quasi l’unica fonte di guadagno, essendo la Filmauro praticamente ferma. Un calcio che non si sa vendere è un male per tutti, ma in particolare per lui. Non la pensano così gli altri 17 presidenti di Serie A, che all’incognita di una nuova avventura con il canale di Lega, hanno preferito meno soldi, ma sicuri.