eSports e Gaming in Italia: presto il 1° Libro Bianco del settore
C’è sempre molto entusiasmo intorno agli eSports. Lo conferma un recente convegno organizzato dall’Osservatorio Italiano Esports insieme al M5s, ma anche il primo Libro Bianco del settore, per il quale sono già iniziati i lavori.
eSports & Gaming: verso il 1° Libro Bianco
Il movimento italiano degli eSports, ovvero dei videogame competitivi, è in continua crescita e anche le istituzioni ne sembrano sempre più interessate. Lo dimostra un recente convegno organizzato in Parlamento nelle scorse settimane da Osservatorio Italiano Esports (OIES) e MoVimento 5 Stelle, ma non solo. Proprio da quel convegno è emerso un obiettivo comune: la creazione del primo “White Paper” del settore.
Così, l’OIES si è subito attivato, chiamando a raccolta tutti gli operatori del settore, affinché ognuno dia il suo contributo per fare proposte, segnalare criticità e possibilmente risolverle. L’Osservatorio, guidato dal fondatore e CEO Luigi Caputo, cerca così di compattare il mercato, coinvolgendolo in un ascolto dal basso di proposte e problematiche, in modo che il tutto sia un processo condiviso fin dal principio.
Gli operatori sono chiamati a pronunciarsi su 7 aree di criticità: regolamentazione e riconoscimento; professioni Esports; industria Esports (aspetti economici e organizzativi); inclusività e sostenibilità; promozione cultura gaming; nuove tecnologie; sostegno agli sviluppatori italiani. Su ogni area, gli operatori dovranno presentare un’analisi e proporre soluzioni. Dai feedback ricevuti, verrà dunque creato un report che l’OIES presenterà ai parlamentari del M5S.
Perché la politica ora guarda agli eSports
Si è detto del MoVimento 5 Stelle, ma quello grillino non è il solo partito che ultimamente ha mostrato interesse verso tematiche e problematiche attinenti al mondo eSports. Si pensi, ad esempio, alla polemica esplosa lo scorso anno sulle sale LAN, a seguito della quale un paio di mesi fa era arrivata una proposta di legge da parte della Lega.
Perché, improvvisamente, tutti sembrano interessati dopo avere a lungo ignorato un movimento che era già di notevoli dimensioni? La ragione non è una sola, ovviamente. Sicuramente c’è l’aspetto economico e fiscale, perché in altri paesi il volume di affari degli eSports ha raggiunto livelli molto alti, e anche in Italia può avvenire qualcosa di simile, con annesso un gettito non indifferente.
Poi c’è la questione della protezione dei più deboli dai rischi di dipendenza (da gioco, da internet), problema di cui la politica si è già fatta carico nel gioco d’azzardo e altrettanto farà qui. Infine, c’è anche una banale vicenda elettoralistica. Gli eSports attirano una platea eterogenea, ma una parte consistente è costituita da giovani e giovanissimi, che sono elettori o lo saranno presto.