F1, i problemi della Ferrari e cosa deve fare per tornare alla vittoria
La casa automobilistica di Maranello ha ormai abituato i suoi tifosi a delusioni sempre più cocente. A poco servono il talento di Charles Leclerc e cambi al vertice. Scopriamo insieme se e come i ferraristi potranno tornare a sognare.
Problemi Ferrari: un’agonia lunga 17 anni
Era il 21 ottobre del 2007 quando la Ferrari si aggiudicava per l’ultima volta il titolo piloti del campionato mondiale di Formula 1. In quel pomeriggio di quasi diciassette anni fa fu il finlandese Kimi Raikkonen, dopo la vittoria a Interlagos del compagno di scuderia Felipe Massa, a sollevare il trofeo. Il titolo fu conquistato con un solo punto di vantaggio su Fernando Alonso e Lewis Hamilton, in un testa e testa che sancì l’ultima vittoria ferrarista sino ad oggi.
Da quel momento in avanti da Maranello sono arrivate solo tremende delusioni: alcune annunciate, altre sul filo del rasoio, altre ancora difficili da digerire. Una sintesi perfetta del pessimo periodo ferrarista è quella della stagione scorsa, un mondiale 2022/2023 che si era aperto con la convinzione di potersi giocare seriamente il ruolo di contender, e che si è chiusa invece con un quinto e settimo posto in classifica piloti e con il terzo gradino del podio fra i costruttori.
Il problema principale del campionato scorso è stato l’affidabilità. Tanti ritiri, tanti problemi al motore e poi strategie pasticciate, prestazioni dei piloti altalenanti, insomma un vortice che non ha risparmiato niente e nessuno. Forse, è bene dirlo, alcuni dei problemi della scorsa stagione sono stati frutto anche delle aspettative, con la Ferrari che aveva seriamente immaginato di potersi andare a giocare il titolo sotto la guida del nuovo team principal, Frederic Vasseur, arrivato a Maranello dopo diverse stagioni all’Alfa Romeo.Proprio su Vasseur si sono riversate parte delle critiche di appassionati e addetti ai lavori, considerato che i risultati del 2023 si sono rivelati addirittura peggiori di quelli del 2022, quando a capo della Ferrari c’era ancora il mai troppo amato Mattia Binotto. Eppure, a ben vedere, la sensazione è che la macchina, sotto la gestione dell’ingegnere francese, sia cresciuta, soprattutto se consideriamo che Vasseur, a inizio 2023, aveva trovato una squadra sfiduciata e imbolsita.
Non basta certo una stagione per trasformare una squadra, eppure la sensazione è che il lavoro di Vasseur si sia cominciato a vedere nella seconda parte dello scorso campionato. Se consideriamo i dieci gran premi corsi dopo la pausa estiva 2023, la Ferrari ha infatti superato, in media, quota venti punti a gara, contro i quindici della prima fase della competizione iridata.
Nello stesso lasso di tempo considerato sono cresciute anche le pole, cinque in dieci corse (erano state due in dodici nel primo blocco di stagione), i podi (sei contro tre), e il Cavallino Rampante è anche riuscito a vincere un Gran Premio, a Singapore, l’unico dell’anno non conquistato dalla Red Bull.
I progressi intravisti, le prospettive della Ferrari 2024
Dire se tutto questo è abbastanza per mostrarsi, ancora una volta, fiduciosi in vista della partenza del Circus il 2 marzo in Bahrein non è semplice. La gestione di Vasseur è impostata sul lungo periodo e parte da un presupposto fondamentale: convincere la squadra a fidarsi di lui, a seguirlo nella sua impostazione strategica e tecnica.
Vasseur sta cercando di trovare un equilibrio fra la continua ricerca di capri espiatori, caratteristica della gestione Arrivabene, e l’opposto superficialismo del management di Binotto, noto per evitare di prendersi qualsiasi responsabilità pratica. Insomma, un profondo cambio di cultura.
Sul fronte tecnico, ciò che dirà molto sulla crescita della Ferrari, e sul lavoro di Vasseur, sarà la capacità con cui si saranno risolti i problemi di incostanza della SF-23. Una delle lamentele arrivate più volte da parte di Leclerc e Sainz la scorsa stagione è infatti che la macchina, durante lo stesso gran premio, cambiava prestazioni e guidabilità in relazione alla mescola delle gomme, soprattutto per quanto riguarda l’aderenza all’entrata in curva e la sensibilità al vento.
Vasseur ha promesso una revisione completa della vettura, di cui si salveranno soltanto il design del musetto e parte dell’alettone posteriore, che vedrà comunque una leggera modifica per migliorare la gestione dei flussi d’aria. Considerati i presupposti, c’è molta attesa per verificare in pista come questi cambi influiranno sulle prestazioni.
Di certo, Vasseur continua a predicare calma, e anche i tifosi lo hanno ormai capito: la strategia migliore è quella di iniziare la stagione senza alcuna aspettativa. Bisogna concentrarsi sulla crescita della macchina, per costruire una base forte su cui lanciare una sfida vera per la conquista del campionato nella stagione 2025. Serve insomma partire dal basso e vincere, innanzitutto, la sfida di contender, tenendo dietro Mercedes, Mclaren e Aston Martin. Messo a posto questo, si potrà andare a caccia della Red Bull.