Giro d’Italia 2019: le pagelle dei protagonisti a metà corsa
Dopo 12 tappe e prima dell’inizio delle grandi montagne è tempo di tirare le somme e di capire chi potrà aggiudicarsi la maglia rosa di Verona. Da Primoz Roglic a Vincenzo Nibali, passando per Valerio Conti, Elia Viviani e Pascal Ackermann, scopriamo chi ha già lasciato il segno sull’edizione 2019 e chi promette di fare grandi cose nei prossimi giorni.
Giro 2019: cosa è successo fino ad oggi
È stata una edizione del Giro d’Italia abbastanza atipica fino a questo momento. A differenza dei tracciati degli ultimi anni, non ci sono ancora stati antipasti di salite vere e i distacchi tra i big della classifica generale sono stati generati dalle cronometro e dalle cadute. Un solo sconfinamento, quello della crono di San Marino, tante tappe per velocisti e un paio di tappe adatte a fughe, che hanno plasmato la classifica parziale. Lo sloveno Roglic, in maglia rosa dopo il prologo di Bologna, ha infatti ceduto il simbolo del primato a Valerio Conti, che ha indovinato la fuga giusta nel corso della 6° frazione.
Il percorso delle ultime 10 tappe
Il percorso delle restanti tappe di questa centoduesima edizione del Giro d’Italia promettono fuoco e fiamme. Delle dieci frazioni ancora da correre, solo una (la Valdaora-Santa Maria di Sala) è adatta ai velocisti, dato che la classica passerella finale è stata sostituita da una cronometro di 17 chilometri, con partenza e arrivo a Verona.
Prima dell’atto conclusivo, tanta, tantissima montagna, maltempo permettendo. Da segnare col cerchietto rosso soprattutto la 16° tappa, con arrivo a Ponte di Legno, che vedrà il gruppo affrontare Gavia e Mortirolo. Sulla Cima Coppi di questo Giro, posta a 2618 metri s.l.m., sono scesi però nei giorni scorsi più di quattro metri di neve e l’organizzazione sta lavorando alacremente per permettere ai corridori il transito sul passo.
Prima della frazione regina, due tappe potrebbero aver già scombussolato la generale. La 13° frazione, con traguardo a Ceresole Reale, arrivo in salita di prima categoria, presenta altre due salite molto impegnative. Anche la 14° tappa, nonostante i soli 131 km previsti, avrà un sicuro impatto sulla graduatoria: cinque salite in programma, delle quali due di prima categoria e arrivo in salita a Courmayeur.
A decidere le sorti del Giro potrebbe essere però la tappa numero 20. Classico tappone dolomitico con 5 GPM da affrontare (Campo, Manghen, Rolle, Croce d’Aune e arrivo in salita a Monte Avena), che, dopo 3200 chilometri già nelle gambe dei corridori, potrebbero far saltare il banco e smascherare gli atleti che non hanno sufficiente fondo.
Le pagelle del Giro: top e flop delle prime 12 tappe
Primoz Roglic – 9. Lo sloveno del Team Jumbo-Visma ha fin qui dominato il Giro. Il successo nel prologo gli ha regalato 5 giorni in maglia rosa, che ha poi sapientemente ceduto per evitare lo stress. Nella crono di San Marino ha dato la biada a tutti, dimostrando superiorità. Il suo vantaggio su Nibali e co. è già sostanzioso: bisognerà però vedere se nella terza settimana non accuserà la fatica delle durissime salite in programma, dato che è specialista di corse a tappe brevi. Un’eventuale cancellazione del Gavia potrebbe avvantaggiarlo. È il favorito dai bookmaker a 1.80.
Vincenzo Nibali – 8,5. Lo Squalo dello Stretto è apparso fin qui in ottima condizione, soprattutto nella crono di San Marino, dove ha limitato il distacco da Roglic ad un minuto. È il principale avversario dello sloveno, dal quale accusa 1’44” di distacco. Nella terza settimana il suo motore diesel dà di solito il meglio di sé, gli allibratori lo bancano a 3.00.
Pascal Ackermann – 8. Il tedesco è stato fino a questo momento il migliore velocista di questa edizione. Due vittorie di tappa e tre terzi posti lo hanno proiettato in alto nella classifica a punti, ma la caduta all’ultimo chilometro della frazione di Modena ha messo a rischio il proseguo della sua corsa.
Valerio Conti – 8. La sorpresa di questo Giro. Figlio e nipote d’arte, è stato l’eroe, insieme a Masnada, della tappa di San Giovanni Rotondo, ha vestito la maglia rosa per sette giorni e si candida ad essere più di una promessa per gli anni a venire.
Elia Viviani – 5,5. Il velocista e pistard veronese un sigillo in questa edizione lo aveva anche messo, nella volata della terza tappa, per poi venire declassato con una decisione ritenuta eccessiva da molti. Da lì in poi sempre tra i primi nelle volate, ma sempre beffato. Il ritiro dopo la tappa di Novi Ligure ha lasciato l’amaro in bocca.
Simon Yates – 5. Sotto la sufficienza il vincitore della Vuelta 2018. Secondo nel prologo di Bologna, ha invece deluso nella crono di San Marino, nonostante le dichiarazioni eccessivamente fiduciose della vigilia. I 3’44” di ritardo da Roglic pesano: ha dalla sua ancora tutte le salite, ma non si è fatto molti amici nel gruppo, nel caso avesse bisogno di una mano.
Tom Dumoulin – S.V. L’olandese volante era il favorito numero uno dei bookmaker alla vigilia della corsa rosa e aveva la grande ambizione di vincere Giro e Tour nello stesso anno. Una terribile caduta lo ha tolto di mezzo: au revoir alla Grand Boucle, Tom.
Gli altri. Bob Jungels (51.00) e soprattutto Bauke Mollema (26.00) hanno fin qui disputato un Giro sopra le attese e siamo curiosi di vederli alla prova delle salite alpine. Per Lopez (13.00), Chaves (16.00) e Landa (41.00) vale invece lo stesso discorso di Yates: dovranno dare battaglia a partire già da oggi se vorranno recuperare il già notevole distacco. Occhio anche al giovane britannico Geoghegan Hart: ha i numeri per poter sorprendere.