Gli Under 21 pronti per la nazionale maggiore
Da Calafiori a Scalvini, fino alle recenti convocazioni di Pisilli e Comuzzo, sono diversi i ventenni già parte del gruppo squadra. Tanti altri sono sotto osservazione e in rampa di lancio: vediamo chi sono i migliori Under 21 italiani nel calcio.
I ragazzi già convocati da Spalletti
Dopo un Europeo disastroso, con la nazionale italiana protagonista di un girone obbrobrioso e poi meritatamente eliminata agli ottavi da una Svizzera molto superiore, Luciano Spalletti ha deciso di cambiare approccio, anche nella scelta degli uomini.
Dei 26 convocati a Euro 2024, infatti, soltanto uno era eleggibile anche per la nazionale Under 21, e guarda casa si tratta proprio del giocatore che, a detta di tifosi e opinionisti, ha disputato un torneo all’altezza, al termine del quale peraltro è passato dal Bologna all’Arsenal per 50 milioni di euro: Riccardo Calafiori.
Insomma, c’era evidentemente la necessità di portare in gruppo forze fresche, ragazzi giovani e in grado di accelerare il processo di radicale cambiamento di cui ha bisogno l’Italia del calcio per approdare a una definitiva svolta (e alla qualificazione ai Mondiali, che non si può certo mancare per la terza edizione consecutiva).È così che oggi, oltre al già citato Calafiori (che è ormai un titolare fisso della retroguardia italiana, al netto degli infortuni), sono diversi i giovani rampanti che Spalletti ha portato in gruppo. Guardando alla lista dei convocati per le due recenti partite giocate dall’Italia contro Belgio e Francia, valevoli per la Nations League, si trovano infatti quattro eleggibili per la selezione Under 21, più altri tre giocatori che dalla nazionale giovanile sono appena usciti.
Si tratta di Nicolò Savona, Pietro Comuzzo, Destiny Udogie, Niccolò Pisilli, cui si aggiungono i 2001 Caleb Okoli, Nicolò Rovella e Daniel Maldini. Oltre a questi nomi, inoltre, ci sono poi quelli di Giorgio Scalvini, che nonostante sia un classe 2003 ha già collezionato 8 presenze in maglia azzurra (rientrerà da un brutto infortunio a inizio 2025) e dei due 2001 Fagioli e Ricci, non chiamati nell’ultimo giro di convocazioni perché in condizioni fisiche non perfette.
Si tratta, insomma, di un gruppo molto nutrito, che include praticamente buona parte degli Under 21 che in questa prima parte di stagione hanno avuto un minutaggio importante nei loro club di appartenenza. Certo, la titolarità azzurra, per gran parte di questi ragazzi, è ancora lontana, ma è anche vero che alcuni di loro, grazie a caratteristiche tecniche molto peculiari, si sono già ritagliati un piccolo spazio.
È il caso, ad esempio, di Daniel Maldini, che a Monza, sotto la guida di Alessandro Nesta, sembra essere definitivamente sbocciato e che Spalletti ha già usato due volte, sottolineandone le caratteristiche tecniche da fantasista moderno, di cui la rosa azzurra ha grande bisogno per variare il piano gara, specie a partita in corso.
Anche Ricci, Rovella e Fagioli sono stati utilizzati con grande costanza dal CT, che ha anche inserito in gruppo, in qualità di vice Dimarco, il laterale sinistro del Tottenham, Destiny Udogie, 21 anni e già 9 presenze con la maglia della nazionale italiana.
Quelli che potrebbero essere chiamati presto
Detto dei giocatori Under che nel giro della nazionale maggiore azzurra ci sono già, diamo ora un’occhiata a quelli che invece in questo momento sono fuori, ma che sembrano decisamente pronti al grande salto e la cui chiamata potrebbe arrivare già nel corso di questa stagione sportiva.
Il primo nome è senza dubbio quello di Matteo Ruggeri, classe 2002, visto da Spalletti in qualche raduno ma mai entrato in pianta stabile nella rosa della nazionale. Impostosi come titolare fisso sulla fascia sinistra dell’Atalanta di Gasperini nella scorsa stagione (48 presenze totali per lui), è ripartito alla grande anche in questa annata. Sembra ormai più che pronto per arrivare a vestire la maglia azzurra e se non è ancora successo è solo perché a sinistra, l’Italia, in questa fase è già molto coperta.
Altro nome che dovrebbe entrare in lista da un momento all’altro è quello di Giovanni Fabbian, un 2003. Il centrocampista del Bologna, protagonista di una stagione da 29 presenze e 5 gol l’anno scorso con i felsinei, all’esordio in Serie A, e che è ripartito benissimo anche nel 2024/2025, entrando in pianta stabile nelle rotazioni del nuovo allenatore rossoblu, Italiano. Le sua intensità, il suo gioco box to box modernissimo, potrebbero aggiungere una variante inedita al centrocampo azzurro.
A centrocampo, reparto nel quale l’Italia davvero vive un momento di grazia, ci sarà presto spazio anche per Edoardo Bove, passato in estate alla Fiorentina, dalla Roma, e diventato subito, nel ruolo di mezzala, fondamentale negli equilibri tattici studiati da Palladino. Nato il 16 maggio del 2002, Bove potrebbe aggiungere grande dinamicità in mezzo al campo per l’Italia.
Un po’ più dietro nel ranking degli Under 21 in odore di chiamata in nazionale maggiore, ma sicuramente in linea con un percorso di crescita costante che potrebbe vederli presto (ma probabilmente non ancora in questa stagione) vestire la maglia azzurra, ci sono Lorenzo Pirola, Mattia Viti, Cher Ndour, Lorenzo Colombo e Luca Koleosho.
Pirola, classe 2002 di scuola Inter, è un difensore centrale, spesso utilizzato anche come esterno, che dopo due buone stagioni alla Salernitana (56 presenze e 3 gol in totale), ha fatto una scelta coraggiosa, firmando per i greci dell’Olympiakos, squadra vincitrice della passata Conference League e una delle grandi del campionato greco. È già entrato nelle rotazioni di Mendilibar e sarà interessante vedere se Spalletti lo terrà in considerazione.
Anche la carriera di Che Ndour sta seguendo percorsi inconsueti, che potrebbero però presto portarlo a una convocazione. Centrocampista totale nato nel luglio del 2004, il ragazzo di Brescia andò, appena diciassettenne, al Benfica, per poi passare al Paris Saint Germain.
I francesi l’anno scorso lo hanno prestato al Braga, ma nel campionato portoghese Ndour non è riuscito a trovare continuità. Quest’anno, invece, andato (sempre in prestito) ai turchi del Besiktas, è entrato in pianta stabile nell’undici di titolare di mister van Bronckhorst.
Colombo, 22 anni, in prestito all’Empoli dal Milan, è ormai alla terza stagione consecutiva in serie A dopo le esperienze con Lecce e Monza. Che abbia mezzi interessanti è evidente, bisogna adesso aspettare e capire se davvero può compiere un salto di qualità definitivo.
Ragionamento molto simile va fatto per Luca Koleosho che quest’anno, nel Burnley retrocesso in Championship, seconda serie del campionato inglese, può e deve dimostrare, da titolare, di poter essere la “next big thing” del calcio italiano. Koleosho, peraltro, è un classe 2004 con una situazione molto particolare: è eleggibile per le nazionali di Italia, Stati Uniti, Canada e Nigeria e, fino ad ora, non ha chiuso le porte a nessuno.
Infine, è giusto citare anche Wilfred Gnonto e Pafundi, due ragazzi che la nazionale maggiore, con Roberto Mancini da CT, l’hanno assaggiata già diverse volte. Gnonto, soprattutto, ha giocato più volte, da titolare, sull’esterno offensivo dell’attacco azzurro: per lui 13 presenze e 1 gol e la sicurezza di essere nel futuro dell’Italia.
E poi c’è Cesare Casadei, il centrocampista scuola Inter, classe 2003, passato in pompa magna, per una cifra intorno a 15 milioni di euro, dai nerazzurri al Chelsea nell’estate del 2022, senza aver mai esordito in prima squadra a Milano. L’ambientamento in Inghilterra non sta andando a velocità supersonica, ma il suo è un nome da tenere comunque sempre a portata di mano quando si pensa al futuro dell’Italia: in quanto a qualità, è in teoria un giocatore che può diventare fra i top in Europa.