Le academy tennistiche più famose al mondo
Una volta la più famosa era quella di Nick Bollettieri, da dove sono passati Courier, Agassi, Monica Seles, le sorelle Williams, fino a Maria Sharapova. Oggi, invece, si parla molto di Mouratoglou: ecco tutte le migliori academy tennistiche del mondo.
L’oro di Nick Bollettieri
Prima di lui il concetto stesso di “tennis academy” praticamente nemmeno esisteva. Le cosiddette “boarding schools” tennistiche, dei collegi nei quali dedicarsi in maniera esclusiva allo studio e al tennis, le ha in pratica inventate proprio Nick Bollettieri.
Il concetto di formare tennisti e tenniste già da giovanissimi, portandoli in accademia già a 12, 13, massimo 14 anni e trasformando così degli adolescenti di talento in potenziali atleti professionisti, è ormai una prassi consolidata ma all’inizio degli anni Ottanta, quanto Bollettieri aprì la sua scuola a Longboat Key, in Florida, non esisteva ancora, non perlomeno con una strutturazione “scientifica”.
Da quella Academy, che venne poi acquistata dalla IMG, una delle compagnie leader a livello globale nel management sportivo, sono transitati nel tempo alcuni dei più grandi giocatori, delle più grandi giocatrici, degli ultimi 30 anni.
Fra loro, vale sicuramente la pena menzionare i numeri 1 del mondo ATP e WTA Jim Courier, Andre Agassi, Boris Becker, Monica Seles, Serena e Venus Williams, Maria Sharapova. Certo, non tutti gli allievi di Bollettieri hanno raccontato rose e fiori del loro periodo in Academy.
I rapporti con Agassi, soprattutto, sono stati molto difficili, nonostante proprio Bollettieri sia universalmente riconosciuto come l’allenatore in grado di far diventare quello che era arrivato in Academy come un semplice ragazzino talentuoso di Las Vegas, un tennista tecnicamente letale.
Un’Academy di cui si parla moltissimo negli ultimi anni, sia grazie ai successi dei suoi giocatori e delle sue giocatrici che in virtù di un lavoro molto intelligente sui social è la Mouratoglou Tennis Academy. La scuola venne fondata nel 1996 dal franco-greco Patrick Mouratoglou, tennista di buone speranza, mai passato al professionismo.
Mouratoglou convinse il tecnico australiano Bob Brett, che nel tempo aveva allenato tennisti del calibro di Goran Ivanisevic, Boris Becker, Guy Forget, Mats Wilander, a seguirlo nell’avventura della scuola.
Quando, dopo sei anni insieme, Brett decise di abbandonare il progetto, Mouratoglou aveva ormai imparato tutti i segreti del coach australiano e decise di spostare la scuola a Biot, sulla Costa Azzurra, portandola a un livello superiore e cominciando ad allenare non solo giovani talenti, ma anche tennisti professionisti.
Il primo grande successo di Mouratoglou è stato quello legato alla carriera di Marcos Baghdatis. Il tennista cipriota arrivò in Francia, a quattordici anni, con ottimi colpi ma, racconta Mouratoglou stesso, “nessuna attitudine al lavoro atletico”. Lavorando insieme, nel giro di sette anni, Baghdatis raggiunse la finale degli Australian Open, nel 2006, e il numero 8 della classifica ATP.
Da lì in avanti i talenti passati tra la mani di Mouratoglou si sono moltiplicati. Vale la pena menzionare i dieci anni passati, dal 2012 al 2022, con Serena Williams. La tennista statunitense arrivò dal tecnico franco-ellenico dopo un periodo difficile, culminato nella sua prima sconfitta di sempre al primo turno in un torneo del grande Slam: Roland Garros 2012.
Sotto le cure tecniche di Mouratoglou la Williams si riprese alla grande e portò a casa per tre volte il torneo di Wimbledon e gli US Open, due Rolang Garros, due Australian Open, una medaglia olimpica e una continuità devastante al numero 1 della classifica ATP.
Fra le “scoperte” dell’Academy di Mouratoglou si possono sicuramente ricordare Coco Gauff, il cui potenziale venne intravisto dall’allenatore francese quando aveva ancora solo 10 anni, e anche Lorenzo Musetti, passato da quattordicenne nella sua Academy.
Tennis Academy, l’eccellenza italiana in Liguria
Certo non si può parlare di grandi Academy del tennis e non menzionare Riccardo Piatti, che con il suo Piatti Tennis Center di Bordighera, in provincia di Imperia, esiste dalla fine degli anni Ottanta e ha formato generazioni di tennisti italiani, l’ultimo dei quali, Jannik Sinner, è forse già oggi il più grande giocatore che l’Italia abbia mai avuto.
Piatti ha seguito la trafila “classica” degli allenatori di tennis italiani. Tennista di talento, ma non straordinario, da giovane, comincia a lavorare come maestro federale nel 1982, a 24 anni, e fa strada, pian piano, nei ranghi tecnici federali. Passato ad allenare privatamente, da lui transiteranno Renzo Furlan, Omar Camporese, Cristiano Caratti, icone del tennis italiano anni Novanta.
Più avanti nel tempo lavorerà con Andreas Seppi, a lungo il numero uno italiano, e poi con Marco Cecchinato, Karin Knapp, oltre al già citato Jannik Sinner. Fra gli stranieri, una delle collaborazioni più importanti del Piatti Tennis Center si è registrata con Richard Gasquet, tennista francese bellissimo da vedere, dominante a livello giovanile, mai esploso del tutto ma capace di raggiungere una finale a Wimbledon con Piatti allenatore.
E poi Ivan Ljubicic, seguito dal 1997 al 2012, portato da Piatti fino al numero 3 del ranking ATP e alla conquista, fra le altre cose, di dieci tornei ATP e di una semifinale al Roland Garros 2006. Da menzionare, in chiusura, ci sono la Rafa Nadal Tennis Academy, da cui è recentemente passato Casper Ruud e che ha diversi giocatori di prospettiva pronti a esplodere (occhio soprattutto a Martin Landaluce), e poi lo Spartak Mosca, non una vera Academy, ma un club sportivo di Mosca, dal quale nel tempo sono passati tennisti strepitosi come Kafelnikov, Safin, Rybakina, Rublev, Kachanov, Safina, Andreev, Dementieva.