Motori, il bilancio della stagione 2020 in Formula 1 e MotoGP

La stagione 2020 dei motori, travagliatissima a causa dell’emergenza coronavirus, è giunta all’incirca al giro di boa, sia per quanto riguarda la Formula 1 che la MotoGP. Proviamo allora a tracciare il punto della situazione nelle due classi regine, che vivono lo strapotere Mercedes da una parte e la lotta Ducati-Yamaha dall’altra.

Formula 1: il dominio di Hamilton e il pozzo nero Ferrari

I loghi della Formula 1 e della MotoGP

Facciamo un primo bilancio della stagione dei motori: come stanno andando F1 e MotoGP?

Che la stagione 2020 potesse offrire un andamento non troppo diverso da quelle precedenti era piuttosto prevedibile: troppo forte il divario tra la Mercedes di Hamilton e Bottas per pensare che le scuderie rivali, Ferrari in testa, potessero seriamente aspirare alla contesa del titolo.

Quello che però era difficilmente ipotizzabile era un calvario così pesante, per le Rosse di Maranello. Nonostante un duo di piloti costituito da un ex campione del mondo (Vettel, peraltro all’addio: l’anno prossimo correrà con la Aston Martin) e da una promettente risorsa come Charles Leclerc, la scuderia emiliana sta probabilmente mettendo in mostra il peggio di una storia gloriosissima. Non soltanto la macchina va piano e si dimostra spesso poco affidabile: i piloti e la scuderia non riescono a sistemare le magagne, e così i tantissimi appassionati del Cavallino hanno dovuto assistere all’onta di doppiaggi, ritiri, incidenti al limite del grottesco e soprattutto una sconsolante sensazione di impotenza, di fronte alle Frecce Argento della Mercedes.

Sembra davvero difficile, dunque, immaginare che Lewis Hamilton, vincitore al Mugello nell’ultimo Gran Premio disputato domenica 13 settembre (la sesta in stagione, per un totale di 90 in carriera, una meno di Michael Schumacher, che si aggiungono alle 95 pole position), possa ciccare l’appuntamento con il suo settimo titolo mondiale (l’inglese raggiungerebbe proprio Schumi, per titoli vinti). Il pilota domina la classifica con 190 punti, 65 in più del compagno di scuderia, il finlandese Valtteri Bottas, e addirittura 80 in più del terzo in graduatoria, Max Verstappen.

E le Ferrari? Meglio lasciar perdere, e consolarsi con il fatto che, proprio fino al Gran Premio della Toscana di qualche giorno fa, i suoi numerosissimi tifosi hanno potuto “ammirare” le figuracce della Rossa solo da casa e non negli autodromi di mezzo mondo. Certo, la strada è a dir poco in salita, e per il team di Maranello c’è davvero molto da risolvere.

MotoGP, grande equilibrio a tutta velocità

La MotoGP ha celebrato nello scorso weekend il suo sesto gran premio, quello di San Marino, sulla pista di Misano Adriatico. Il circus resterà però in Romagna anche nel prossimo fine settimana, perché sulla stessa pista si disputerà il Gran Premio dell’Emilia Romagna e della riviera di Rimini. Vedremo se, dopo la prima vittoria di Franco Morbidelli, in sella alla Yamaha Petronas, la pista riserverà nuove sorprese, visto che l’ultimo GP ha anche portato a un ribaltone in testa alla classifica, con il francese Fabio Quartararo, finora impeccabile, ha invece steccato, consegnando la leadership al nostro Andrea Dovizioso e rendendo i giochi per il titolo iridato apertissimi.

La graduatoria è infatti molto ravvicinata, se consideriamo che tra la prima piazza di Dovizioso, a quota 76 punti, e la settima, occupata proprio da Morbidelli, corrono meno di venti punti. Un’inezia, dunque, e se guardiamo ai nomi degli altri Magnifici Sette, dove compaiono Jack Miller, Joan Mir, il “predestinato” spagnolo Maverick Viñales e il nostro eterno Valentino Rossi, per niente disposto a dire addio alla MotoGP senza tentare l’ultima zampata di una carriera irripetibile, ecco che le vibrazioni sul motomondiale non possono che essere infinitamente più eccitanti di quelle che ci riserva la Formula 1, dove una resurrezione ferrarista appare al momento più improbabile di una utopia.

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